Era il 9 novembre del 2012. In una conferenza in pompa magna fu dato il via al cantiere della colmata di Marisabella: un’opera da 53 milioni di euro (aggiudicata per 42 milioni di euro) che avrebbe dovuto interessare un’area di 3mila metri quadrati all’interno del porto, all’altezza del molo Pizzoli. A distanza di pochi mesi, dopo degli interventi propedeutici, tutto si è bloccato e della colmata ad oggi resta ancora un susseguirsi di carte bollate tra azienda e Provveditorato alle opere pubbliche, per poter dirimere la questione appalto.
Il progetto
Secondo il progetto, elaborato dall’Autorità portuale di Bari, l’area sarà destinata ai traghetti e allo scarico delle merci convenzionali. La parte del porto dove attualmente attraccano anche i traghetti sarà riservata esclusivamente alle navi da crociera. La fine dei lavori era prevista per il 2015. La prima parte dei lavori prevedeva la colmata dell’ansa di Marisabella, con la creazione di una grande banchina, scavando sino a dodici metri di profondità nei fondali del tratto di bacino, compreso tra l’imboccatura del porto e il molo Pizzoli. Lungo la nuova colmata potrebbe ormeggiare una nave di 150 metri di lunghezza. Ma è la banchina di Ponente quella più imponente, accessibile alle navi sino a 300 metri di lunghezza.
Il progetto prevede anche la rimozione di più di 650 mila metri cubi di materiale lapideo perché i fondali, hanno messo in evidenza gli studi geotecnici, sono caratterizzati prevalentemente da rocce lapidee, comunque poco resistenti. I lavori porteranno anche alla realizzazione di un canale recettore che permetterà anche il deflusso a mare delle acque meteoriche raccolte dalle reti pluviali cittadini e che ora sfociano nell’ansa di Marisabella.
Cosa è successo
Subito dopo l’avvio del cantiere si è presentato il primo intoppo legato alla realizzazione di una vasca aggiuntiva di contenimento. Che ha portato ad una modifica del progetto (con una perizia aggiuntiva di 3 milioni di euro) che ha dovuto seguire nuovamente l’iter di approvazione dato che le competenze non erano più in seno alla Regione ma alla Città metropolitana. Ci sono voluti quasi tre anni. Tutte le autorizzazioni sono arrivate a metà 2016 e quindi sarebbe tutto pronto per la ripresa dei lavori. Ma sono stati sollevati diversi interrogativi dall’azienda, ora al vaglio del Provveditorato. Fatto sta che siamo nel 2017 e della colmata (che doveva essere pronta due anni fa) non c’è ancora nulla. Il rischio ora è che venga proprio interrotto l’appalto e che si ricominci quindi tutto dall’inizio.
L’ultimo atto
Qualcosa però si sta muovendo. Il 3 marzo il Provveditorato ha pubblicato un “interpello” con il quale si cerca un funzionario addetto alla progettazione e alla direzione dei lavori di rimozione di relitti navali affondati nel molo Pizzoli, scoperti durante le fasi di ricognizione per la ricerca di ordigni bellici. Un intervento che costerebbe ulteriori 350mila euro.