Perché quest’anno dovremo pagare una tassa rifiuti più alta? E’ la domanda che si stanno ponendo in molti a Casamassima negli ultimi tempi. A fare chiarezza sulla questione è il primo cittadino, Vito Cessa.
“Questa domanda – fa presente il sindaco – da cittadino casamassimese potrei pormela anch’io, se non sapessi qual è il cambiamento epocale al quale Casamassima sta andando incontro. Da gennaio scorso, infatti, è partita la raccolta differenziata. In passato abbiamo pagato una Tari molto bassa rispetto alla media degli altri comuni perché – questo è stato sotto gli occhi di tutti – avevamo un servizio di raccolta scadente. Dal 2017 con l’Aro, di cui Casamassima fa parte per legge, il servizio è cambiato completamente: c’è la raccolta porta a porta, è migliorata sensibilmente la qualità dello spazzamento, i cassonetti sono spariti e il paese è decisamente più pulito. Pagheremo, quindi, un costo commisurato alla qualità del servizio offerto.
E dal prossimo anno – prosegue Cessa – le tariffe potrebbero anche essere riviste al ribasso, sia perché avremo maggiori benefici dalla vendita delle frazioni differenziate, sia perché da luglio, come da contratto, il canone mensile scenderà di diverse migliaia di euro al mese. Quest’anno abbiamo preventivato di incassare 100.000 euro attraverso la vendita delle frazioni di rifiuti riciclati (carta, vetro e plastica). Ma questa è una previsione molto prudente, se si considera che lo scorso anno, con circa il 5% di differenziata, il Comune ha introitato circa 39.000 euro: considerato invece che a marzo 2017 i livelli di differenziata hanno raggiunto il 76%, sarà facile comprendere quanto la previsione dei 100.000 euro per tutto il 2017 sia prudenziale.
Punteremo anche sul contrasto all’evasione fiscale – aggiunge – e chiederemo ai cittadini di differenziare al meglio, perché recupereremo più soldi non solo in base alla quantità del differenziato, ma anche rispetto alla sua qualità (il vetro pulito, ad esempio, rende più del doppio del vetro con impurità). Un’altra considerazione da fare riguarda il costo complessivo del servizio, ovvero quello comprensivo delle spese di smaltimento e dei ricavi di vendita: a Casamassima, dati alla mano, il costo pro capite non si discosta sostanzialmente dai valori medi dei comuni della nostra provincia, ovviamente quelli dove c’è la raccolta differenziata. Invito pertanto i concittadini a non arrivare a conclusioni affrettate, ma a valutare la situazione nella sua globalità. Facciamo tutti del nostro meglio, perché meglio differenzieremo, più rispetteremo l’ambiente e anche le nostre tasche”.