La Sindrome della Bendelletta ileotibiale, anche nota come ginocchio del corridore, si caratterizza per la presenza di un processo infiammatorio a carico della banda ileotibiale, una fascia di tessuto connettivo che si estende nella regione laterale della coscia, dalla cresta iliaca antero-superiore al condilo laterale della tibia. Questo disturbo è tipoco dei runners (da qui il nome “ginocchio del corridore”) ma colpisce frequentemente anche persone che praticano altri sport ad impatto come la pallavolo, il basket, il calcio. I pazienti lamentano un fastidio persistente localizzato nella regione laterale del ginocchio, che si acutizza quando il ginocchio raggiunge i 30° di flessione durante l’attività fisica e tende a scomparire con il riposo.
Esistono numerosi fattori che possono concorrere allo sviluppo del ginocchio del corridore: il principale è l’OVERLOAD, ovvero l’eccessivo chilometraggio settimanale. Gli allenamenti eccessivi possono infatti provocare dei danni piuttosto che rappresentare un vantaggio per l’atleta. Anche la corsa in salita (modificando l’angolo del ginocchio in fase di appoggio) può scatenare la sintomatologia. Alcuni fattori anatomici, inoltre, possono predisporre allo sviluppo di tale patologia: ginocchia vare, dismetria degli arti inferiori, il varismo di tibia, la tendenza all’iperpronazione dei piedi e il sovrappeso.
Come puo’ essere effettuata la diagnosi?
La diagnosi è innanzitutto clinica. L’esame obiettivo evidenzia generalmente dolore alla palpazione della bendelletta. Il paziente inoltre lamenta un intensificarsi del dolore durante l’attività fisica e la risoluzione, a volte quasi totale, a riposo. Generalmente la comparsa dei sintomi segue un periodo di brusco aumento degli allenamenti in termini di intensità e frequenza. Non esistono indagini cliniche specifiche, talvolta vengono richiesti esami strumentali come la radiografia del ginocchio, l’ecografia o più raramente la risonanza magnetica, con lo scopo di escludere altre patologie a carico del ginocchio (lesioni menicali, gonartrosi ecc..).
La terapia consiste innanzitutto nell’astensione dall’attività fisica svolta per un periodo variabile di 10-15 giorni. E’ consigliata inoltre la crioterapia: il ghiaccio locale deve essere applicato per almeno 3 volte al giorno per 10-15 minuti circa. Gli anti-infiammatori possono essere utili, soprattutto se applicati localmente mediante mesoterapia o terapie fisiche quali la IONOFORESI o l’ULTRASUONO. Nel caso in cui queste terapie siano controindicate, o il dolore sia persistente e resistente alla terapia farmacologica, il paziente può sottoporsi ad alcune sedute di TECARTERAPIA in atermica. Ottimi risultati si ottengono anche mediante la laserterapia. La fisioterapia è fondamentale sia nella risoluzione completa del quadro che nella prevenzione di ricadute e consiste in esercizi di allungamento e di rinforzo in allungamento della muscolatura laterale della coscia ma anche degli ischiocrurali e degli adduttori. Particolarmente efficace nel risolvere la tensione muscolare del tensore della fascia lata è la massoterapia, che consiste in sedute di massaggio decontratturante della zona dolente.
La prognosi della Sindrome della Bendelletta Ileotibiale è piuttosto buona; il disturbo infatti tende a regredire completamente e, se trattato correttamente, generalmente non si ripresenta. E’ importante però non trascurare i primi sintomi, al fine di poterne evitare la cronicizzazione e poter continuare a praticare l’attività fisica in sicurezza.