Furono Vito Valentino e Alessandro Ruta a decidere l’agguato del 30 aprile del 2015 in un circolo del rione Libertà di Luigi Luisi, un blitz criminale che costò la vita ad Antonio Luisi, figlio dell’obiettivo dei killer. Ne è convinta la squadra mobile di Bari che li ha arrestati stamattina con l’accusa di omicidio premeditato, tentato omicidio, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco, in concorso; reati aggravati dal metodo mafioso.
I due fanno parte di una stessa articolazione del clan Strisciuglio, secondo la ricostruzione degli investigatori , un uomo, quella sera, con il volto nascosto da un casco integrale, fece irruzione all’interno del circolo privato “Club dell’Amicizia” di via Calefati, gestito dallo stesso Luisi Luigi, e nonostante la presenza di numerose persone, esplose numerosi proiettili. Antonio Luisi fece da scudo al padre e morì subito, Antonio invece si salvò. Lo scorso 31 ottobre quest’ultimo è stato vittima di un secondo agguato mafioso sempre al Libertà ed è deceduto il 14 novembre del 2016. Le indagini proseguono per individuare l’esecutore materiale del primo blitz.
Le rivelazioni del pentito
Agli arresti di oggi si è arrivati anche grazie ad un collaboratore di giustizia. “Abbiamo deciso io, Alessandro Ruta e Vito Valentino dell’omicidio di Luigi Luisi, che poi non è morto ed è morto il figlio, che a me – tra l’altro – mi dispiace pure perché era un ragazzo che non c’entrava niente”. A parlare è Michele Miccoli, esponente di spicco del clan Strisciuglio ma da qualche mese collaboratore di giustizia: il pentito, durante i diversi interrogatori, ha svelato agli inquirenti i mandanti e i motivi del primo tentato omicidio avvenuto nell’aprile del 2015 di Luigi Luisi.
Il racconto dell’assassinio
Alcuni passaggi degli interrogatori sono stati riportati in un’ordinanza di custodia cautelare. “Il collaboratore di giustizia – si legge nelle carte – inoltre, rivendicava, in ordine all’ideazione ed esecuzione di quel fatto di sangue, la propria indipendenza, come articolazione del “San Paolo”, insieme a Alessandro Ruta e Vito Valentino –rispetto a Lorenzo Caldarola, assumendo che proprio in quel contesto criminogeno era stata presa la decisione di uccidere Luigi Luisi, quantunque, per una serie di circostanze, a cadere sotto i colpi esplosi fosse stato il figlio Antonio”.