“Ora basta, la Regione Puglia chiuda tutte le sedi di guardia medica insicure”. I presidenti degli Ordini dei medici delle sei province pugliesi battono i pugni sul tavolo, con un’istanza presentata ufficialmente al direttore del dipartimento Salute, Giancarlo Ruscitti, chiedono alla Regione di intervenire drasticamente per arginare il numero di aggressioni nei confronti dei medici. L’ultimo episodio risale a qualche giorno fa ed è avvenuto a Ruffano: una dottoressa è stata insultata e minacciata pesantemente.
“In Puglia – sostengono i rappresentanti dei medici – il sistema di continuità assistenziale non garantisce in molte sedi le condizioni minime di sicurezza degli operatori sanitari”. Secondo alcuni calcoli, una sede su cinque non è idonea. All’incontro con Ruscitti erano presenti Filippo Anelli, dell’Ordine dei medici di Bari, Francesco Morgante vice presidente a Lecce, Mimmo Nume di Taranto, Pierluigi De Paolis, segretario dell’Ordine di Foggia e Donato Monopoli, vice presidente dell’Ordine di Brindisi. I rappresentanti hanno chiesto che vengano “immediatamente chiuse le sedi che non garantiscono condizioni minime di sicurezza per gli operatori e che quindi presentano situazioni a rischio elevato”.
Non solo: tra le istanze anche quella di procedere con “massima urgenza – si legge nel documento – a una verifica di tutte le strutture”. Infine, è stata chiesta una revisione delle piante organiche per la rete di continuità assistenziale, modificando l’organizzazione dei presidi e dei turni di guardia medica. Per il momento, Ruscitti ha potuto solo garantire che a breve verrà istituito l’Osservatorio regionale sulla sicurezza e che verrà attivato il monitoraggio e il censimento chiesto. Martedì scorso è partita la campagna mediatica degli Ordini per provare a sensibilizzare tutti: in ogni città sono stati affissi poster 6×3 con lo slogan: “In Puglia è record di aggressioni ai medici. Chi aggredisce un medico, aggredisce se stesso. Difendiamo i medici, difendiamo la nostra salute”.
Due le immagini, sui manifesti, dei camici bianchi vittime di violenza: una dottoressa con un evidente ematoma al viso e un paziente che si colpisce da solo con un pugno. La Puglia è in cima alla classifica per aggressioni ai danni dei medici: prendendo in considerazione il periodo 1984-2016 la regione è quella con il maggior numero di episodi di violenza, pesando per il 26% sul totale, contro il 16% della Sicilia e il 13% della Lombardia e di Sardegna.