Il Parkinson è una patologia neurologica degenerativa che coinvolge prevalentemente l’equilibrio e il movimento e proprio per questo viene classificata all’interno delle malattie definite “DISORDINI DEL MOVIMENTO”.
Tra i disordini del movimento è la più frequente, colpisce entrambi i sessi , ma si presenta con una percentuale maggiore negli uomini di mezza età (55-60 anni). Esistono inoltre delle forme giovanili con esordio tra i 20 e i 40 anni. Le cause di questa malattia non sono ancora note: i fattori coinvolti sono molteplici; ciò che è certo è che la degenerazione dei neuroni localizzati in strutture profonde del cervello porterebbe ad una diminuzione dei livelli di Dopamina e all’accumulo di una proteina che sembrerebbe essere responsabile della diffusione della malattia. I sintomi principali sono: tremore, rigidità, lentezza nei movimenti, perdita dell’equilibrio, ma si caratterizza anche per la presenza di disturbi dell’umore, del sonno e dell’attenzione. La diagnosi è difficile da accettare sia per il paziente che per i familiari perchè c’è poca informazione o ancor meglio molta disinformazione e pregiudizio. Ciò che mi preme sottolineare è l’importanza della riabilitazione e di alcune attività ludico motorie nei pazienti con Parkinson.
Partiamo dunque dalla RIABILITAZIONE: numerosi studi hanno evidenziato l’importanza di effettuare con costanza cicli di fisioterapia.
Si è visto infatti che i pazienti che si sottopongono ad almeno 3 sedute di riabilitazione a settimana presentano notevoli miglioramenti in termini di equilibrio, fluidità di movimento, sicurezza nei cambi di direzione e maggiore autonomia nelle ADL (attività della vita quotidiana). La fisioterapia è incentrata soprattutto sul “RIAPPRENDIMENTO MOTORIO”e sul miglioramento dell’equilibrio così da poter ridurre il fenomeno del freezing (il cosiddetto congelamento delle gambe) e di conseguenza il rischio di cadute. Stimoli esterni, sia visivi che uditivi (con cadenza ritmica), facilitano l’inizio e la prosecuzione del movimento. Inoltre strumenti che stimolino i recettori periferici addetti all’equilibrio (pedane, tappeti propriocettivi), si sono dimostrati molto efficaci nell’aumentare la sicurezza e l’autonomia dei pazienti, riducendo il rischio di cadute. Anche il tapis roulant è efficace nel migliorare la velocità del cammino, il movimento oscillatorio delle braccia e l’equilibrio generale. Se il tremore e i disturbi motori sono i sintomi principali, non sono però da sottovalutare i disturbi non motori, tra cui l’apatia, spesso associata a sindrome depressiva. I pazienti presentano indifferenza nei confronti del mondo che li circonda; attività di gruppo possono favorire la socializzazione e ridurre il rischio di depressione.
Tra le attività dimostratesi più efficaci nel Parkinson: il TANGO (il ballo in generale) e il TAI CHI.
Si parla addirittura di TANGOTERAPIA, ovvero di una vera e propria terapia complementare alla fisioterapia classica. Il tango, infatti, combina l’efficacia di esercizi basati sulla precisione di esecuzione di movimenti complessi con il beneficio psicologico del sentirsi compresi, accettatti e parte di un gruppo. Il tango inoltre conferisce ai pazienti sicurezza e determinazione. La musica, con ritmo cadenzato e ben scandito, offre l’opportunità di intraprendere e continuare il movimento con fluidità. Per quanto concerne il TAI CHI, il fondamento di questa disciplina, come tutte le arti marziali marziali, è l’equilibrio tra corpo e mente. Dunque questa disciplina favorisce la sinergia tra periferia (arti) e centro (mente), rendendo il movimento più fluido e armonico. Questa disciplina richiede molta concentrazione e, nei pazienti con Parkinson, stimola l’equilibrio, la percezione e la conseguente risposta a stimoli esterni, migliorando postura e motricità.
E’ dunque importante aprirsi verso nuove frontiere, considerare la malattia non come una strada senza via d’uscita, ma come un percorso verso un nuovo inizio.