Vertice questo pomeriggio tra il sindaco Antonio Decaro, gli assessori al Commercio e ai Lavori pubblici, Carla Palone e Giuseppe Galasso, i tecnici del Comune e dell’impresa De Marco e i commercianti, per affrontare le problematiche che si stanno presentando per i lavori di restyling di via Sparano.
Prima tra tutte quella della pendenza dei marciapiedi. Che sarà dimezzata, senza costi aggiuntivi. “Ad oggi – spiegano dall’amministrazione – tutti i marciapiedi di tutti gli isolati hanno un dislivello peggiore di quello realizzato, che in alcuni tratti tocca il 9 per cento. In nessun caso quindi è stata peggiorata la situazione esistente”.
I nuovi marciapiedi comunque, testati dalle associazioni dei disabili, sono risultati inadeguati, tanto che si è alzata una richiesta unanime da parte dei comitati cittadini: intervenire al più presto.
Da qui la decisione del Comune di portare la pavimentazione del primo isolato ad una pendenza che oscillerà intorno al 3,5 per cento attraverso un lavoro di rotazione dell’attuale marciapiede. Il tutto sarà riposizionato entro 10 giorni. E le modifiche saranno poi apportate su tutti gli isolati. Inoltre con una spatola d’acciaio si ridurrà la scivolosità della nuova pavimentazione.
Troppi cantieri in contemporanea
Durante la riunione è stata affrontata anche la questione dei cantieri aperti in contemporanea che stanno creando non pochi disagi. Non più quindi su un solo isolato (come promesso all’inizio dei lavori) ma ci sono operai su più zone: si è partiti dal tratto compreso tra piazza Moro e via Crisanzio, per poi aprire un nuovo cantiere tra via Piccinni e corso Vittorio Emanuele ed infine altri operai si stanno occupando dei sottoservizi dell’Aqp e dell’Amgas in altre zone della strada. “I disagi – fanno sapere ancora dal Comune – sono complicati da gestire tenendo conto che si tratta di un cantiere in pieno centro e per questo si cercherà in tutti i modi di andare incontro alle esigenze dei commercianti”.
Commercianti che sono sul piede di guerra. C’è infatti chi ha già annunciato di chiudere l’attività e di mandare in cassa integrazione 23 dipendenti proprio per l’impossibilità di continuare a lavorare con il cantiere ad un metro di distanza dall’entrata. Diversi i negozianti che stanno esprimendo perplessità ed alcuni sono pronti quindi ad abbassare le saracinesche.