La più giovane ha 5 anni, quella più datata addirittura 17 anni. Il parco vetture del Policlinico di Bari, il più grande ospedale della regione, conta 16 ambulanze come riportato nell’elenco ufficiale degli automezzi che l’azienda ha aggiornato lo scorso 31 dicembre. Dei 16 mezzi per il trasporto di pazienti e per il soccorso, 3 sono riservati all’ospedale pediatrico Giovanni XXIII, gli altri vengono impiegati dal Policlinico.
Un parco auto, però, che certamente non si può considerare moderno: l’ambulanza più recente è stata immatricolata il 24 dicembre del 2012, ha quindi quasi cinque anni; altre sette sono state immatricolate il 23 maggio del 2011 (sei anni fa), sei addirittura nel marzo del 2007 (sono trascorsi 10 anni) e, per concludere, una nel maggio del 2003 e l’ultima nel novembre del 2000. Su questi mezzi vengono trasportati i pazienti, alcuni sono bambini, oltre a lavorarci il personale.
Diciamo subito che non esiste una legge che imponga un limite massimo di anni per un’ambulanza, quindi – teoricamente – se la vettura passa a pieni voti la revisione annuale può restare in servizio anche per decenni. Non ci sono vincoli quindi, però c’è il buon senso e poi ci sono anche alcuni studi elaborati dalla Società italiana sistema 118 che “consigliano” maggiore prudenza. Ecco cosa viene scritto su un documento ufficiale in riferimento all’autoambulanza: deve trovarsi in perfetto stato di funzionalità e di sicurezza, per la quale cosa si raccomanda, in base al comunicato numero 126 della presidenza del Consiglio dei ministri, la definizione di norme che limitino la vetustà delle ambulanze impiegate nel Set 118 ai 5 anni o 150mila chilometri per quelle addette al soccorso avanzata, e ai 7 anni o 300mila chilometri per quelle addette al primo soccorso”.
Ricapitolando: dai 5 ai 7 anni, o dai 150 ai 300mila chilometri. Prendendo alla lettera quanto stabilito dalla direttiva della presidenza del Consiglio dei ministri 8 ambulanze su 16 del Policlinico non sarebbero più da considerare pienamente funzionali.