Docenti in piazza la riforma della Buona scuola. In diverse città italiane, tra cui Bari, i sindacati Usb, Cobas, Unicobas Scuola, Cub, Orsa, Anief e FederAt hanno proclamato per oggi uno sciopero per protestare contro la legge 107 del 2015, meglio nota col nome di “Buona Scuola”.
Secondo quanto dichiarato sul sito del sindacato Usb, “Il 4 dicembre il mondo della scuola ha contribuito in modo concreto e forte alla vittoria schiacciante del no: con un solo voto i lavoratori della scuola hanno bocciato sia la riforma costituzionale che la “buona scuola”. Il governo invece di raccogliere il segnale dei lavoratori, ha reagito con arroganza antidemocratica, licenziando le otto leggi delega che, nel loro insieme, completano il processo di distruzione della scuola della repubblica, annichilendo il diritto allo studio e smantellando definitivamente la qualità dell’Istruzione pubblica e statale, svilendo ancora una volta il ruolo e l’impegno dei lavoratori della scuola”.
“A questo – continua il sindacato – si aggiunge nuovamente un accordo sulla mobilità docenti 2017/18 che, con la collaborazione dei sindacati gialli, rimette in gioco il progetto di scuola del Pd sconfitto il 4 dicembre; un accordo che ancora una volta creerà caos e ingiustizie nelle nostre scuole e nelle nostre vite”.
La risposta del Ministero dell’Istruzione
In risposta alla protesta dei sindacati, è intervenuta anche la senatrice Angela D’Onghia, sottosegretario del Ministero dell’Istruzione. “Non dobbiamo fare della scuola un terreno di scontro, piuttosto è utile confrontarci e dibattere pur tra posizioni distanti. L’obiettivo è quello di trovare soluzioni condivise – dichiara la sottosegretaria D’Onghia – le Commissioni parlamentari hanno presentato pareri ed osservazioni dopo un grande ed ampio lavoro di ascolto delle parti. Continueremo a prestare attenzione ai soggetti coinvolti per evitare di replicare gli errori del passato, considerando che il mondo della formazione non deve creare incertezze e deve sempre tener conto della centralità degli studenti”.
“Abbiamo ancora molto da fare – conclude – per fornire una formazione e un’istruzione qualificata sempre più vicine a standard ed obiettivi internazionali, valorizzando in primis la crescita umana della persona. Solo così i nostri giovani diventeranno comunità colta e consapevole per la crescita e la competitività del nostro Paese. Il lavoro in questa direzione ci consentirà di avere una scuola eccellente nella formazione e quel giusto slancio per entrare nel mondo del lavoro”.