Aveva richiesto allo Stato il rimborso della tassa sui permessi di soggiorno che era stata in un primo momento prevista nel 2011 e poi ritirata nel 2015. Un migrante, Renato Sauli, ha quindi intrapreso una battaglia giudiziaria per farsi rimborsare la tassa versata, pari a 440 euro dal 2012.
L’Inca e la Cgil di Bari, attraverso i legali della struttura nazionale Vittorio Angiolini, e Luca Santini e l’avvocato Mariacesarea Angiuli, ha proposto quindi ricorso dinanzi al Tribunale ordinario civile di Bari convenendo la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero degli Interni e il Ministero della Economia e delle Finanze. “Come è già avvenuto per una famiglia di Napoli, il Tribunale di Bari – spiegano dalla Cgil – ha accolto totalmente la richiesta con condanna dei Ministeri alla restituzione delle somme indebitamente versate -in totale 440 euro- oltre agli interessi legali e alle spese di lite. Questa vittoria è il risultato del costante impegno e determinazione della Cgil e dell’Inca nel rivendicare i diritti delle lavoratrici e lavoratori migranti e delle loro famiglie”.