Quest’anno l’8 marzo assume un significato che va oltre la consueta celebrazione della giornata internazionale della donna. Nella cornice della campagna referendaria “Libera il lavoro, per tutta un’altra Italia”, #Con2Si, #ReferendumLavoro partita dalla Cgil nazionale che ogni giorno chiede al Governo di fissare la data in cui si voterà per i due referendum su voucher e appalti, è importante rimarcare la presenza nei luoghi di lavoro.
La Cgil di Bari, raccogliendo l’invito della Cgil di corso d’Italia, ha organizzato un’assemblea all’interno di un’azienda tessile dell’area metropolitana. L’azienda si chiama italproduzioni ed ha sede nella zona industriale di Noci e martedì 7 marzo alle ore 9.30 il camper dei diritti partirà da bari con a bordo il gruppo dirigente della camera del lavoro insieme ai giornalisti di carta stampata e tv, si recherà sul posto per presentare la campagna referendaria.
La scelta non è casuale: la Cgil di Bari ha deciso di trascorrere la vigilia dell’8 marzo in un’azienda del comparto tessile e manifatturiero che vede un’altissima presenza di manodopera femminile e che vive principalmente attraverso contratti in appalto, realizzando camicie per conto terzi. Si tratta di una realtà lavorativa nata un paio di anni fa affrontando anche le sfide di un mercato già in crisi che subiva una notevole concorrenza dei mercati esteri ma che non solo ha resistito ma ha soprattutto investito in manodopera femminile. Infatti dei 48 dipendenti, ben 43 sono donne. Avremo la possibilità durante la mattinata, oltre che di seguire il processo di produzione di un capo di abbigliamento quale appunto una camicia da uomo, anche di sviluppare proposte rispetto alle problematiche che le piccole medie imprese vivono sul territorio anche a fronte dell’ultima ricerca condotta dal nostro Centro Studi.
Partendo da questa piccola ma importante realtà, lanceremo un appello al mondo della piccola e media impresa affinchè aziende come Italproduzioni si aprano al confronto e alla concertazione per affrontare insieme le sfide di un mercato in continua evoluzione che fa fatica a valorizzare piccole ma significative realtà produttive del territorio dell’area metropolitana.