“Lo sanno tutti che se diventassi segretario del Pd cambierebbe la storia d’Italia”: Michele Emiliano, governatore e candidato alla segreteria del Pd, rilancia la sfida a Matteo Renzi e Andrea Orlando, suoi competitor. E prevede un suo successo in caso di affluenza rilevante nelle urne delle primarie. “Se andranno a votare due milioni di persone, invece del solito milione e due dei sondaggi, avrei fortissime possibilità. Con tre milioni – aggiunge – la vittoria in tasca”.
La piattaforma programmatica
Emiliano presenta al settimanale berlusconiano le sue idee: “Sono in grado di ricucire la società italiana attorno a un progetto economico. Tutela dei più deboli, armonia tra sviluppo industriale e rispetto ecologico, maggior peso dell’Italia in Europa, ma non grazie alle lobby industriai-finanziarie come con Renzi, piuttosto per il grande consenso popolare. Sono in grado di ricucire il nord e il sud dello Stivale” e “applicando la Costituzione in modo non formale. Dandole sostanza”.
Il Pd? Rischio deriva
“Senza gente come me che può renderlo di nuovo attraente elettoralmente, il Pd è destinato alla deriva”. “Andarmene, avrebbe significato lasciare il partito in mano a Renzi e rinunciare alle nostre idee politiche. D’Alema e Bersani volevano che uscissi per formare l’ennesimo partitino a sinistra, destinato all’ininfluenza. Dopo 48 ore di riflessione ho deciso di combattere”.
Gli sms del sottosegretario Lotti nell’inchiesta Consip
Emiliano ha poi di nuovo spiegato la vicenda degli sms mostrati ad un giornalista del Fatto: “Marco Lillo, del Fatto quotidiano, mi avvicinò sulle scale di via Barberini 36, la delegazione della Regione Puglia a Roma, comunicandomi che negli atti compariva questo sms. E che io sarei stato a casa di un signore coinvolto nelle indagini. Per cui gli ho risposto: mai andato a casa di questo signore, che avevo incontrato sì e no un paio di volte nella vita, essendosi detto disponibile ad aiutare la mia campagna elettorale, dopo di che, mai più visto né sentito”. “E’ singolare che mi si sia voluto coinvolgere in fatti dove io sono, al massimo, un testimone. E credo irrilevante. Non vedo come possano entrare in una vicenda congressuale ed escludo che possano entrarci in futuro. Non affronterò mai questo argomento nella campagna congressuale. Se qualcun altro vorrà farlo, parlerò d’altro”.