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Confagricoltura sul Caporalato: “Subito un vertice in prefettura”

Pubblicato da: redazione | Mer, 22 Marzo 2023 - 18:26

I presidenti di Confagricoltura Puglia, Donato Rossi, e Confagricoltura Bari, Michele Lacenere, esprimono pieno apprezzamento nell’operato della magistratura in seguito all’arresto dei titolari di un’agenzia di somministrazione di manodopera dalla quale dipendeva la bracciante morta due anni fa nelle campagne andriesi.

Le indagini hanno dimostrato la correttezza della posizione assunta dalla nostra Organizzazione che, già due anni or sono, sosteneva la completa estraneità ai fatti dell’azienda agricola, titolare dei fondi all’interno dei quali perse la vita la signora Paola Clemente.

L’azienda coinvolta, infatti, vista la necessità di attuare una importante pratica colturale sul proprio vigneto e in assenza di manodopera interna disponibile, si era rivolta ad un’agenzia di somministrazione di manodopera cui competono gli obblighi previsti dalle attuali normative in tema di lavoro e sicurezza seguendo, dunque, il corretto iter procedurale. La correttezza dell’operato dell’imprenditore, quindi, è stata dimostrata dalle indagini svolte che, però, hanno impiegato ben due anni per accertare i fatti, periodo durante il quale in molti si sono scagliati contro il mondo agricolo etichettando il settore come fonte costante d’illegalità e sopraffazione.

La nostra Organizzazione ribadisce, anche e soprattutto oggi, le proprie perplessità sull’applicazione della nuova legge contro il caporalato evidenziando che, se la stessa norma fosse stata in vigore due anni fa, probabilmente avremmo assistito all’arresto dei titolari dell’azienda ed alla confisca cautelativa dei loro beni, per poi scoprire, dopo 24 mesi, che gli stessi erano completamente estranei ai fatti e vittime di un meccanismo perverso che, intanto, li avrebbe moralmente stritolati.

 Nel ribadire che tutto il mondo datoriale agricolo, organizzato nelle Organizzazioni professionali, è sempre stato schierato contro ogni tipo di caporalato, non si può fare a meno di esprimere preoccupazione nella possibilità che un’applicazione poco attenta della norma determini il rischio di eccessi inquisitori nei confronti di soggetti sani che, in realtà, rappresentano il vero baluardo allo sfruttamento ed alla disoccupazione.

Abbiamo pertanto chiesto la convocazione del Tavolo permanente contro il caporalato, istituito presso la Prefettura di Bari, alla presenza degli organismi di controllo politici e le istituzioni anche locali, al fine di valutare le giuste modalità di applicazione della normativa attraverso la stesura di circolari applicative che, individuando con precisione doveri e responsabilità, eliminino ogni possibilità di errore nella individuazione dei soggetti da colpire.

 La legge numero 199 del ottobre 2016, meglio conosciuta come “legge sul caporalato” prevede, infatti, la punibilità non solo per chi recluta manodopera, svolgendo opera reale di intermediazione illecita, ma anche per chi utilizza la predetta manodopera. Le aziende agricole potrebbero essere perseguite, quindi, anche quando sono, o sono convinte di essere, assolutamente estranee a forme illecite di intermediazione oltre che nel caso in cui il rapporto di lavoro sia caratterizzato da indici di sfruttamento, quali la reiterata corresponsione di retribuzioni in modo difforme dai contratti collettivi o la reiterata violazione della normativa a tutela del lavoratore anche in tema di sicurezza sul lavoro .

Oltre a queste condizioni, sottolineano i presidenti Rossi e Lacenere, la legge prevede che sia verificata la condizione di approfittamento dello stato di bisogno del lavoratore e quindi l’indagine deve giungere sino ad accertare la conoscenza, da parte dell’azienda, del particolare stato di difficoltà del lavoratore. Tale specifica conoscenza risulta possibile nelle piccole e medie aziende agricole, ove il datore di lavoro conosce personalmente i propri collaboratori, ma diviene decisamente impossibile per quelle aziende che si avvalgono di svariate decine, a volte centinaia, di operai al giorno, spesso in sedi operative molto distanti tra loro.

Confagricoltura, con CIA e Coldiretti, è impegnata in questo periodo nei rinnovi dei contratti provinciali di lavoro; vi è grande impegno e sforzo nel cercare di rendere assolutamente applicabile lo strumento contrattuale, al fine di dare a tutte le aziende dei riferimenti precisi nel perseguimento della massima regolarità. L’obiettivo è quello di predisporre dei testi di accordo semplici e chiari, dal profilo salariale a quello professionale, evitando così situazioni di confusione nella loro applicazione.

  Non vi è dubbio che tutte le parti in causa, il mondo datoriale organizzato così come la componente sindacale, hanno una grande responsabilità nei confronti di chi opera nel settore e che ad esso affida le proprie imprese e le proprie famiglie. Auspichiamo pertanto che il tavolo contrattuale fornisca gli strumenti per l’affermazione della piena regolarità nei rapporti di lavoro, in modo tale da poter bandire ogni forma di devianza, convinti che la Puglia agricola, con le sue produzioni di eccellenza e con l’impegno da sempre profuso dai suoi imprenditori, non meriti l’offuscamento d’immagine derivante dall’azione di soggetti ad essa estranei.

 

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