Svolgeva attività privata come medico del lavoro per importanti gruppi bancari, assicurativi e commerciali senza autorizzazione e nonostante avesse optato per il rapporto lavorativo a tempo pieno con il Policlinico. Per questo motivo, la guardia di finanza – su ordine della Procura regionale della Corte dei Conti – ha eseguito un sequestro conservativo di 353mila euro nei confronti della professoressa dell’Università di Bari Marina Musti.
I fatti contestati si riferisocno al periodo 2009-2014, secondo gli inquirenti la docente avrebbe omesso di comunicare all’amministrazione di appartenenza l’esercizio di attività professionale privata (quale medico del lavoro) inducendo così “in errore la propria Università e ottenendo, nonostante il contestuale esercizio privato della professione sanitaria non autorizzata, l’indebita corresponsione degli emolumenti stipendiali aggiuntivi previsti per i docenti che optavano per il rapporto lavorativo a tempo pieno”.
L’attività – secondo la finanza – veniva svolta per il tramite di una società di famiglia, con sede in Bari – di cui la docente è risultata socia al 50% – utilizzata come filtro per la conclusione e sottoscrizione delle convenzioni con le aziende private. La docente universitaria, a cui è stata notificata una diffida al pagamento, in solido, della somma in questione oltre agli interessi ed alla rivalutazione monetaria, è stata citato in giudizio per il prossimo 15 marzo.