Il consigliere Italo Carelli dei 5 Stelle commenta così la querelle sulle giostrine “contese” tra due quartieri: “Si possono togliere delle giostrine al quartiere Japigia per trasferirle a Sant’Anna? Domanda assurda ma è cosi!. Ieri l’amministrazione Decaro, con il Consiglio del Municipio 1, ci ha chiesto, nell’imbarazzo generale, di dover scegliere tra i bambini di due differenti quartieri, Japigia e Sant’Anna”.
I cittadini di Sant’Anna non sono di serie B
“Ci siamo chiesti a cosa sarebbero servite delle giostrine fini a se stesse in un quartiere con a pochi passi la viabilità in ingresso invasa dalle prostitute, privo di strade degne di questo nome, privo dell’illuminazione pubblica indispensabile a poter fruire delle aree verdi nelle ore serali. Noi crediamo che gli abitanti di Sant’Anna abbiano diritto ad una programmazione puntuale delle opere nel loro quartiere. Ad una progettualità attenta, piuttosto che ad elemosine dal sapore pre-elettorale. I cittadini di Sant’Anna meritano il rispetto degli impegni presi da questa amministrazione e più volte ribaditi pubblicamente dal Sindaco Decaro e dalla sua Giunta! Dietro questo trasferimento, che i cittadini di Via Suglia avrebbero forse anche accettato, si nasconde la volontà d’imporre, come al solito e con i soliti metodi, scelte “poco chiare”. Una variante incomprensibile al progetto di sistemazione del parco di via Suglia, che comunque graverà di ulteriori 19mila euro sul costo del progetto iniziale, tra l’altro sgradita ai residenti: la realizzazione di un campo di pallacanestro/pallavolo (in una zona già densa di impianti sportivi molto spesso inutilizzati!), al posto dell’originaria sistemazione a verde”.
Le motivazioni del voto dei pentastellati
“Abbiamo quindi votato contro il “decisionismo” ed a favore della centralità dei Cittadini nei processi decisionali che li riguardano, convinti che sia i cittadini di Sant’Anna che quelli di Japigia sarebbero i primi ad essere contrari a tali proposte assurde soprattutto quando in città si realizzano opere con costi sovradimensionati (vedi rotatorie da 1 milione di euro che in altri comuni costano un terzo dell’importo impegnato)”, conclude Carelli.