La Regione risponde alla richiesta di intervento della Flai Cgil. Dopo la denuncia del tragico caso di sfruttamento nelle campagne del tarantino a danno di cinque braccianti romeni, il segretario della Cgil Puglia Pino Gesmundo ha lanciato l’invito alle istituzioni a coordinarsi per un’azione più efficace contro la piaga del caporalato.
“La Regione raccoglie l’invito – risponde il dirigente della sezione Sicurezza del cittadino e delle politiche per le migrazioni ed antimafia sociale della Regione Puglia, Stefano Fumarulo – le attività di indagine e le denunce delle vittime dimostrano che il problema, indipendentemente dall’aspetto numerico, riguarda vaste porzioni del territorio”. Secondo i Ministeri dell’Interno, del Lavoro e dell’Agricoltura, i sindacati, i volontari e le organizzazioni datoriali, le zone più critiche in materia di sfruttamento dei braccianti sono le province di Foggia, Lecce e Bari. Per quanto riguarda il gruppo di donne e uomini che hanno denunciato la loro condizione di schiavitù, “È stata attivata la rete regionale ‘la Puglia non tratta’ – conclude Fumarulo – al fine di avviare immediatamente quanto necessario per proteggere le donne e gli uomini coinvolti in questa tragica vicenda”.