Si diffonde a macchia d’olio la protesta dei commercianti baresi. Dopo le iniziative delle ultime settimane nel quartiere Carrassi, anche i negozianti del rione Libertà hanno abbassato le saracinesche in segno di “lutto”. “Il quartiere Libertà è morto”, questa la denuncia diffusa sul volantino distribuito stamattina, 15 febbraio. “Proclamato il lutto da parte dei commercianti e di tutte le altre attività economiche del quartiere dimenticato dalle istituzioni”. A farsi portavoce della crociata, il tatuatore Simone Loseto che scrive sulla bacheca del sindaco Antonio Decaro: “Questo post lo dedico a chi dovrebbe prendere provvedimenti per sistemare il quartiere il prima possibile, non serve dire le motivazioni. Servirebbe muoversi signor sindaco Antonio Decaro. Le parole non bastano più”.
La crisi del commercio a Bari
Questa non è la prima protesta di categoria che Bari vede negli ultimi tempi. La vocazione commerciale della città è stata nel corso degli anni gravemente messa in discussione dall’avvento dei grandi ipermercati e centri commerciali, che hanno portato via il flusso di clienti dalle tradizionali vie dello shopping. Immune – o quasi – al fenomeno, rimane via Sparano che, in quanto salotto buono di Bari, è tutelata e valorizzata da eventi e interventi di restyling. Tuttavia, la voce dei commercianti di Libertà e di Carrassi e San Pasquale non ha tardato ad alzarsi, facendo presente a più riprese il suo stato di crisi all’amministrazione comunale.
Le istituzioni hanno dato una risposta coordinata tra Regione, Comune e associazioni di categoria: con il protocollo firmato il 10 febbraio sono stati istituiti i “Duc” (Distretti urbani del commercio), al fine di svolgere un’azione di riqualificazione dei quartieri, in prospettiva turistica e commerciale. Tra le zone-pilota del programma, c’è anche Libertà.
“Dopo l’esperienza pilota condotta nella ex Manifattura dei Tabacchi – commenta l’assessore allo sviluppo economico Carla Palone – siamo pronti a lavorare sul quartiere Libertà, con un focus su via Manzoni, come pure su Carrassi, dove esiste un tessuto commerciale che soffre da tempo gli effetti di una crisi generalizzata, ma che ha idee e bisogni chiari”.