In Puglia sono 30mila i pazienti epilettici, 500mila in Italia. Oggi, in occasione della giornata mondiale dell’epilessia promossa dalle associazioni Lice Puglia e l’Aice Puglia, con la collaborazione dell’associazione Amicamente Onlus, , sarà illuminata di viola la Colonna Infame a Bari Vecchia. Saranno in totale nove i siti che si coloreranno in tutta la regione: oltre a Bari Vecchia, ci saranno la Fontana del Sele (Foggia), la Biblioteca Comunale di San Severo (Foggia), il Convento di San Matteo di San Marco in Lamis (Foggia), la Basilica di San Michele Arcangelo di Monte Sant’Angelo (Foggia), il Teatro comunale di Bisceglie (Bat), le Colonne Romane di Brindisi, le sedi dei Municipi di Taranto e Casarano (Lecce).
Sabato 18 febbraio alle 9.30 nell’auditorium del Comando della Polizia Municipale di Bari si terrà “#SorprenderEpilessiaPuglia2017: La Luce Viola, Io e il mio Dottore”, un incontro informativo con Lice, Aice e Amicamente, con uno spettacolo di Teatro di burattini dal titolo “T(r)acciati di normalità”. Numerosi gli incontri nelle scuole per tutto il mese di febbraio. Infine, mercoledì 22 febbraio nell’aula di Neuroscienze “Scillitani” degli Ospedali Riuniti di Foggia è stato organizzato un corso teorico-pratico “Mi formo di Epilessia!” per medici e operatori sanitari dell’urgenza/emergenza.
La situazione in Puglia
In otto casi su dieci l’esordio è in età evolutiva, il 30% non risponde alla terapia farmacologica. “Una malattia neurologica – spiega Giuseppe d’Orsi, neurologo e coordinatore della Sezione regionale Puglia della LICE, la Lega Italiana Contro l’Epilessia – conosciuta poco e male dalla popolazione generale, e, a volte, dagli stessi pazienti e operatori sanitari”.
La parola ‘epilessia’ (dal greco eπιλαµβaνeιν, “essere colti di sorpresa”) indica una condizione cronica determinata da una scarica elettrica improvvisa dei neuroni, le cellule nervose della corteccia cerebrale, dotate di trasmissione elettro-chimica degli impulsi.
Recentemente la sezione regionale Puglia della LICE ha effettuato un’indagine sulla conoscenza dell’epilessia, selezionando un campione di 1100 pugliesi. Il 30.8 % della popolazione generale (e il 59.5 % dei pazienti o dei familiari) ritiene che l’epilessia sia una malattia psichiatrica e con una genesi sconosciuta. Convinzione errata, visto che si tratta di una malattia neurologica: in circa il 60 % dei casi oggi si può definirne la causa.
In pochi, poi, sanno come comportarsi di fronte a una crisi epilettica convulsiva, che di solito ha durata di alcuni minuti. Il 67% degli operatori sanitari posiziona una cannula di Guedel, il 51.9% mette un oggetto in bocca, il 61% somministra un farmaco prima del termine della crisi, il 66.2% predispone un ricovero ospedaliero. Le principali manovre da eseguirsi, invece, sono la prevenzione di cadute o traumi, posizionare qualcosa di morbido sotto la testa, girando sul fianco il paziente senza aprire la bocca o somministrare farmaci. La terapia farmacologica acuta e l’ospedalizzazione vanno limitate ai casi in cui le crisi epilettiche tendono a ripetersi a breve distanza una dall’altra.
L’epilessia non lede le capacità intellettive, né il rendimento nella vita pratica. L’uso quotidiano di farmaci, una dieta speciale, l’impianto di un neurostimolatore o un intervento di neurochirurgia sono le cure cui i pazienti possono sottoporsi.