Tra le possibili cause dell’incendio scoppiato all’interno del traghetto Norman Atlantic, la motonave naufragata il 28 dicembre del 2014, ci sarebbe “un sovraccarico sulla linea di alimentazione elettrica degli automezzi con celle frigorifere, i quali risultavano connessi in numero elevato alle prese di energia della nave. In particolare, mentre al ponte 3 il numero di prese appariva sufficiente, al ponte 4, quello dell’incendio, c’erano più automezzi che prese disponibili”.
E’ quanto si leggerebbe nella perizia depositata dai consulenti nominati dal giudice del Tribunale di Bari, l’indiscrezione è del Codacons che si è costituito parte civile nel procedimento penale e ha potuto analizzare la perizia attraverso i suoe esperti. L’inchiesta è nella fase delle indagini preliminari, il prossimo 20 marzo inizierà l’incidente probatorio per accertare cause ed eventuali responsabilità del naufragio che causò la morte di 9 persone (19 sono i dispersi). “Dalla relazione peritale emergono inquietanti interrogativi mescolati a tristi conferme, che fanno subito saltare agli occhi alcune singolari coincidenze con l’altrettanto tragica vicenda del naufragio della Costa Concordia”, dichiara il Codacons che attraverso i suoi consulenti, Bruno Neri e Daniele Neri, ha potuto analizzare i documento dei periti.
“Due i fattori che – secondo la relazione peritale – probabilmente hanno contribuito alla completa inefficacia delle misure antincendio: un errore da parte del personale addetto il quale attivava le valvole del sistema antincendio al ponte 3 anziché al ponte 4 dove l’incendio si è sviluppato; la mancanza di alimentazione elettrica al sistema antincendio, prima dal quadro generale e poi da quello di emergenza a causa della mancato aggancio del generatore d’emergenza”, prosegue il Condacons.
La prima scintilla è scoppiata sul ponte 4 ordinata 156, mentre l’ora esatta del primo allarme è 4.42.
“Numerose – dice sempre il Codacons – le violazioni riscontrate dai periti circa il ruolo d’appello in emergenza, ovvero i compiti assegnati ai singoli membri dell’equipaggio a fronte di una emergenza, come anche quelle delle norme principali di sicurezza (ad esempio il divieto di accesso ai garage durante la navigazione ed il controllo continuo con porte allarmate di eventuali aperture non autorizzate). Non mancano, infine, le irregolarità nella fase di carico e drizzaggio (termine tecnico che indica la stabilizzazione degli automezzi mediante cinghie e cavi d’acciaio)”.