Da un’idea di Claudio Lepore, nove anni fa nasce a Bari Barproject. Il suo scopo, formare aspiranti bartender nell’arte della miscelazione, ma non solo: tra ice carving e latte art, sono sempre più numerose le discipline trattate dai tutor dell’accademia. Quella che è definita come una vera e propria “università per barman” è diventata – nel tempo – un centro d’eccellenza riconosciuto a livello internazionale, arrivando ad aprire una sede anche in Kenya. “Non ci definiamo una scuola del territorio – precisa Lepore – ma una scuola che parla una lingua globale”.
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Dalla sua nascita ad oggi, come si è evoluto il percorso di Barproject?
È stato un percorso che mi ha stupito mese dopo mese. Oggi abbiamo una realtà di 400 metri quadri, una location di nicchia, pensata per chi ha voglia di crescere. Sono sorpreso, ma questa terra ha bisogno di attenzione nell’hospitality, nel turismo e nel saper fare food and beverage da professionisti: ora non si può più improvvisare, bisogna stare al passo coi tempi. Inoltre i ragazzi che frequentano l’alberghiero devono studiare su testi di trent’anni fa e, quindi, la loro formazione non è aggiornata, come la maggior parte dei docenti. Per questo, quando i ragazzi escono da scuola hanno bisogno di continuare la formazione in posti come il nostro.
Bari è stato un territorio recettivo?
Il territorio è sicuramente molto attento e ha percepito che il lavoro aumenta anno per anno grazie al turismo. Nel trend moderno i ragazzi hanno percepito che bisogna puntare sulla qualità e l’accoglienza a livello professionale, stando attenti a essere sempre aggiornati; questo si può fare solo viaggiando, partecipando alle gare e ai festival e stando sempre attenti alla qualità.
A proposito di festival, cos’è lo “Splash”?
La “Splash competition” è nata l’anno scorso con una evento nel nord barese. Quest’anno l’evento sarà il 5 giugno a Monopoli: saremo sul mare, per dare un impatto nuovo alla condivisione e alla trasmissione di cultura. Non è un evento solo fieristico, ma un vero e proprio festival del bartending: non ci sarà solo esposizione, ma gare – sulla coffee culture, sul bartending basico, sul mixology avanzato e una quarta ancora più difficile – stand, concerti, un campeggio e si accederà gratuitamente. Si potrà bere, mangiare, degustare e arricchirsi di sapere, oltre che a conoscere in anteprima i prodotti del prossimo anno. Anche noi nel sud possiamo fare festival importanti, a livello europeo: questa terra merita un evento così importante.
Come dev’essere il barman Barproject?
Per essere completi dietro un banco bar e incominciare una carriera, bisogna saper gestire ogni fascia oraria, dalla mattina alla notte. Nei corsi iniziali, trattiamo la coffee culture e il basic bartending. Quando parliamo di coffee culture intendiamo la gestione del bar nella fascia diurna e pomeridiana, mentre nel bartending studiamo la botanica, la fermentazione, quali sono i vari tipi di alcolici, quali sono le differenze tra gli spiriti. Solo in un secondo momento pensiamo a come costruire un drink, quali sono le molecole che li compongono e, infine, la decorazione e il modo di servirlo. Prima di inventare cocktail nuovi, bisogna saper fare bene quelli già esistenti: se non hai le basi, non puoi permetterti di inventare. Infine serve educazione, dizione; saper accogliere un cliente è fondamentale.