Non bastassero le liste di attesa infinite per sottoporsi alle visite specialistiche e diagnostiche, adesso a Bari scoppia il caos anche per il pagamento dei ticket. Nei giorni scorsi l’Asl ha inviato oltre 34mila avvisi di pagamento ad altrettanti cittadini che, tra il 2012 e il 2013, non hanno pagato visite e controlli nonostante non avessero l’esenzione. Centinaia di persone, quindi, si sono presentate negli uffici dell’azienda sanitaria e degli ospedali per chiedere spiegazioni oppure semplicemente per versare la somma dovuta. L’afflusso enorme, che probabilmente non era stato previsto da parte dell’Asl, ha mandato in tilt gli sportelli. Così, si sono create lunghe “liste di attesa” persino per pagare, come denuncia anche il sindacato Uil.
La denuncia della Uil
“Siccome non bastavano le liste d’attesa per visite specialistiche e diagnostiche, ecco che l’inefficienza della sanità pugliese ha partorito una nuova tipologia: quella per il pagamento dei ticket”, attacca Aldo Pugliese, il segretario generale del sindacato. La situazione è degenerata soprattutto all’ospedale San Paolo. “Il particolare, non da poco, che fa rabbrividire – prosegue Pugliese – è che il caos che si è venuto a creare in questi giorni nell’ufficio dell’ospedale San Paolo era più che annunciato. Del resto, anche la nostra organizzazione sindacale, solo pochi giorni fa, aveva messo in guardia il direttore della Asl barese, prevedendo l’ovvio. Infatti, non poteva essere altrimenti: quando hai in programma di recuperare ticket non pagati di 34mila utenti – a cui si aggiunge, non dimentichiamolo, l’ordinaria amministrazione – allestendo all’uopo un solo ufficio preposto a tale mansione per tutta la provincia, le code sono un effetto inevitabile. La rabbia dei cittadini è comprensibile: come biasimarli?”. La Uil, quindi, ha chiesto un incontro urgente con il manager dell’Asl, Vito Montanaro e il direttore del dipartimento regionale Sanità, Ruscitti.
L’indagine dell’Asl
Secondo quando scoperto dall’Asl, oltre 34mila baresi, tra il 2012 e il 2013, non avrebbero pagato gli esami e le visite mediche ospedaliere attestando falsamente di essere esenti. L’azienda sanitaria ha inviato, lo scorso mese, gli avvisi bonari di pagamento per recuperare le somme non incassate, circa 4,5 milioni di euro.