Mistery box, invention test, esterne. Questi termini sono ormai noti a tutti i fan di Masterchef, il talent culinario più famoso del mondo. Ma cosa c’è dietro le quinte del programma? Abbiamo incontrato Maria Zaccagni, l’impiegata barese che ha partecipato alla sesta edizione di Masterchef Italia, togliendoci un dubbio: la gara è davvero difficile come sembra, con il conto alla rovescia che non dà tregua, le ricette lasciate all’improvvisazione dei concorrenti e il distacco assoluto dei giudici. “Dal momento che hai gli ingredienti – racconta Maria Zaccagni – hai solo due minuti per pensare alla ricetta. Anche io, prima di provarlo sulla mia pelle, non potevo crederci”.
Come è nata la sua passione per la cucina?
Dopo essermi laureata in lingue, la mia passione per la cucina si è intensificata e ho iniziato a praticarla a 360 gradi. Già da piccola, però, mi piaceva stare in cucina con mia madre e, come in ogni buona famiglia barese, si può immaginare cos’era casa mia prima di ogni pranzo domenicale! Mi piaceva osservare mia nonna e mia mamma che cucinavano e mi piaceva aiutarle a fare la pasta e le cose più facili. Dato che il mio lavoro non mi piaceva, mi sono buttata nella cucina, organizzando cene e cimentandomi con tutte le portate, iniziando a sperimentare pur partendo sempre dalle ricette tradizionali.
I tempi stretti della gara aiutano a vedere il vero talento in cucina?
Per me la cucina non dev’essere uno stress, ho i miei tempi. Ma è un discorso soggettivo: c’è chi riesce a gestire la ricetta anche nei tempi della gara. Io, infatti, ho questo rammarico: se avessi avuto più tempo in alcune prove, sicuramente avrei dato il meglio di me. Infatti sono uscita dalla gara proprio per non aver avuto il tempo di impiattare!
Come cambierà la sua vita dopo Masterchef?
Ho lasciato il mio vecchio lavoro, perché voglio già buttarmi a capofitto nell’ambito della cucina. In un primo momento punto sulla visibilità, ma mi metterò anche a studiare: voglio affidarmi a uno chef che mi faccia da maestro, il mio sogno è di aprirmi un ristorante, con un menù tutto pugliese, qua a Bari: sono barese e non rinnego le mie origini.
Quale dei giudici l’ha spaventata di più?
Cannavacciuolo. Mi ha sempre criticato sulla mia personalità, dicendo che ero smorta, che dovevo urlare, far sentire la mia voce. Spero un giorno di recuperare il rapporto che non si è mai creato. Bastianich, anche perché non è uno chef, non mi ha mai fatto paura, mentre con Barbieri mi sono trovata bene sin dall’inizio, mi ha incentivata dato che abbiamo un’idea molto simile di cucina. Cracco, all’inizio, non ha apprezzato molto la mia polpetta, ma in seguito si è sempre dimostrato disponibile a dare suggerimenti e incoraggiamenti. I rapporti con i giudici, comunque erano limitati ai momenti delle riprese: la produzione evitava il contatto, anche negli spostamenti e nei pernottamenti.
Un ricordo dell’esperienza a telecamere spente?
Quando Cracco mi ha insegnato ad aprire le ostriche. Si è avvicinato e mi ha chiesto di dove fossi e, quando ha sentito che sono di Bari, ha esclamato: “È impossibile che tu non sappia aprire le ostriche!” Mi ha detto di prendere il coltello adatto per le ostriche che – poi ho scoperto – essere molto simile a quello che si usa per tagliare il Parmigiano. Quando gliel’ho fatto notare, Cracco mi ha risposto: “Il Parmigiano di sta m*****a!”