Il film dell’anno è arrivato al cinema. E siamo solo a Gennaio. Erede dell’Età d’Oro di Hollywood, La La Land è un musical – astenersi i non amanti del genere – nostalgico e attuale, un prodotto confezionato in maniera quasi perfetta, che alza l’asticella del cinema mainstream. Con ben quattordici candidature all’imminente corsa degli Oscar, il film di Damien Chazelle arriva oggi, 26 gennaio, nelle sale italiane.
Il film si apre con una sequenza da pura commedia musicale, che trasforma il traffico mattutino alle porte di Los Angeles in un numero di danza e canto collettivi, sulle note dell’originale Another Day of Sun. Sin dai primi, programmatici, minuti del film, si riescono a cogliere gli elementi essenziali dell’intera pellicola: la fotografia dalle tonalità primarie e brillanti – il giallo, il blu, il rosso – l’interpretazione frizzante dei protagonisti e il tono leggero del racconto. Mia (Emma Stone) e Sebastian (Ryan Gosling) sono, rispettivamente, un’attrice e un musicista jazz che tentano di sfondare nel mondo dello spettacolo e che, grazie alla loro storia d’amore, condividono sogni, frustrazioni e soddisfazioni, dandosi man forte a vicenda. Per quanto la trama non sia particolarmente originale, La la Land è realizzato con così tanta eleganza, positività e ritmo da conquistare testa e cuore dello spettatore, complice anche la deliziosa interpretazione di Emma Stone e Ryan Gosling. In particolare, la diva Stone riprende la tradizione della Hollywood degli anni d’oro – citata nella gigantografia della Bergman – dando quel tocco personale e contemporaneo della ragazza della porta accanto: con una bellezza che non teme le smorfie, la Stone conquista, crea empatia, diverte.
La visione nostalgica del cinema e della musica è tanto nella costruzione dei personaggi, quanto nella regia di Chazelle, che ricorda i vecchi film di Ginger Rogers e Fred Astaire, in cui la vita scorreva leggera, senza far male. La La Land è un’opera neoclassica, un ottimo esercizio di maniera di un allievo particolarmente promettente, che scombinerà le aspettative del grande pubblico che ha perso l’abitudine della qualità. Un film sull’amore e sui sogni, dolce non di melassa ma di zucchero grezzo, di quello che non ti si attacca ai denti e che non stufa. Un film che fa venire voglia di innamorarsi e di credere – o di ricordare – che la vita è magia, soprattutto al cinema.