“Ho trovato velleitaria la sua proposta: non si misura con la realtà. Non c’è nessuna analisi degli effetti del riformismo renziano”. L’ex leader di Sel, Nichi Vendola commenta così la proposta federativa di Pisapia in una intervista a Il Fatto, facendo proprie le riserve della dirigenza di Sinistra Italiana verso possibili accordi con il Pd. La sua posizione però è contestata con argomentazioni forti da Massimiliano Smeriglio, vice presidente della regione Lazio, il quale difende l’esperienza della sinistra di governo, alleata dei dem, a partire dai dieci anni di giunta Vendola in Puglia.
Freddo verso il progetto Bersani-D’Alema
Vendola è scettico verso il progetto di Bersani e D’Alema: “Sono perplesso sull’idea di trasformare comitati per il No in comitati per il nuovo centrosinistra. Come si fa a ricostruirlo? C’è di mezzo il Pd e la sua azione politica nel corso degli anni. D’Alema fa appello ai riformisti. Scusate, ma cosa significa riformismo? Nella mia adolescenza significava divorzio, aborto, diritto del lavoro, riforma sanitaria. Oggi la parola ‘riforma’ evoca un peggioramento, una riduzione dei diritti, come nel lavoro o nella scuola o nella carta costituzionale. Il tema non è rifare il centrosinistra, ma lavorare per far risorgere la sinistra”.
Non al matrimonio obbligato con il Pd
“Non siamo persone con tre narici, nessuno pensa di costruire una sinistra estremista e minoritaria. Ma non si può ripartire dando per acclarata l’alleanza con il Pd renziano. La proposta di Pisapia arriva il giorno dopo un referendum in cui 8 giovani su 10 votano No, e rimuove completamente la materia referendaria e la partecipazione popolare. Nessuno vuole rinunciare alla costruzione di una sinistra di governo, ma io non voglio una sinistra malata di governismo”.
Punto di riferimento? Papa Francesco
La conclusione di Vendola: “Possibile che la critica del capitalismo sia un mestiere solo del Papa? La sinistra deve essere innanzitutto un pensiero critico verso questo capitalismo finanziario. Deve rifondare il senso di parole antiche: uguaglianza, giustizia, pace, democrazia”.