Braccio destro di Benito Mussolini e marito della figlia maggiore Edda, Galeazzo Ciano era in periodo fascista uno degli uomini di maggiore spicco. Ministro degli Esteri, dopo aver appoggiato il duce in seguito si oppose ai nazisti scatenando l’odio della Germania e di Hadolf Hitler. Dopo aver votato anche lui a sfavore del Duce nel Gran Consiglio del Fascismo il 25 luglio del 1943, Galeazzo Ciano, genero di Benito Mussolini, fu processato e accusato di tradimento. Così, l’11 gennaio del 1944, durante una giornata fredda e ventosa, Galeazzo viene portato via dal carcere degli Scalzi per dirigersi, avvolto nel suo trench beige, verso il Poligono di Porta Catena.
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rnQui, insieme ad altri membri del Gran Consiglio – Emilio De Bono, Luciano Gottardi, Giovanni Marinelli e Carlo Pareschi – un plotone di 30 militari in camicia nera apre il fuoco contro i condannati che erano seduti di spalle, lasciando i loro corpi esanimi in terra. L’intera esecuzione fu filmata da un cineoperatore tedesco e ne cattura gli ultimi istanti di un coraggioso Ciano che, anch’egli seduto di spalle, prima dell’esecuzione si voltò e di un Emilio De Bono che così commentò i suoi ultimi istanti: “Mi fregate di poco, ho settantotto anni”.
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