Una tegola rischia di abbattersi sui pensionati italiani che da febbraio potrebbero essere costretti a restituire allo Stato parte della rivalutazione degli assegni risalente all’anno 2015. Si tratta nello specifico dello 0,1% di differenza tra l’inflazione programmata e quella effettiva su cui è stato calcolato l’adeguamento al costo della vita delle pensioni.rnLo denuncia lo Spi-Cgil, rilevando come nel decreto Milleproroghe non ci sia l’intervento con cui si doveva risolvere la questione.rnrnIn questo modo – sottolinea il Sindacato dei pensionati della Cgil – tutte le pensioni avranno una perdita di valore. Nel caso di una pensione al minimo la perdita sarà di 6,50 euro all’anno e di 13 euro per una da 1.000 euro. Cifre che possono sembrare di poco conto ma che incidono in particolare sulle pensioni basse per le quali qualche euro in più o in meno al mese fa la differenza.rnrnLo scorso anno il governo intervenne rimandando questa restituzione a quando l’economia fosse effettivamente in ripresa neutralizzandone così gli effetti negativi. Anche quest’anno il governo si era reso disponibile ad intraprendere la stessa strada ma per ora non lo ha fatto.rnLo Spi-Cgil chiede pertanto al Ministro Poletti di intervenire urgentemente per evitare che si penalizzino ancora una volta milioni di pensionati italiani.
L’allarme dei sindacati sulle pensioni: “Bisognerà restituirne una parte allo Stato”
Pubblicato da: redazione | Mer, 22 Marzo 2023 - 13:57
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