Le calamità che hanno falcidiato le campagne pugliesi nel 2016 hanno determinato il calo della produzione lorda vendibile (plv) agricola del 4,62% rispetto all’anno precedente.
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“Poteva andare anche peggio a causa dei frequenti e violenti nubifragi – ha commentato il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – ma grazie alla grande professionalità degli agricoltori la PLV stimata si è attestata comunque su 2,9 miliardi di euro. Disastrosa l’annata per il comparto dell’uva da tavola che ha perso 143 milioni di euro per le calamità che hanno distrutto in alcune aree fino ad oltre il 60 percento di prodotto e delle olive che hanno subito il crollo di 5.600.600 quintali. Caccia all’olio extravergine di oliva pugliese, merce rara e preziosa nella campagna 2016/2017 per effetto del crollo del 40% della nuova produzione. I prezzi alla borsa merci di Bari, la più rappresentativa a livello nazionale, sono in significativo aumento un balzo del 54% dai 3,70 euro al chilo della scorsa campagna ai 5,90 euro dell’attuale. La penuria di olio pugliese fa crescere anche i rischi di frode ed inganni in una situazione in cui c’è più olio spagnolo che italiano nelle bottiglie riempite a livello nazionale che in 2 casi su 3 contengono prodotto straniero proveniente per oltre il 60% dalla Spagna, il 25% dalla Grecia ma per quasi il 10% da un paese extracomunitario come la Tunisia. Buona performance del vino che ha confermato le previsioni di crescita della produzione del 10-15% rispetto allo scorso anno, dei legumi e del latte per effetto del Decreto che dispone l’indicazione di origine del latte usato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari che dovrà essere riportata in etichetta”.
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Indiscussi i primati produttivi dell’agricoltura pugliese rispetto ai quantitativi nazionali: uva da tavola 68%, pomodoro 35%, ciliegie 30%, mandorle 35%, olive 35%, grano duro 21%, carciofo 31%, mandorle 30% e uva da vino 14%.
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“Ringraziamo il Governatore Emiliano per il sostegno che ci ha sempre garantito nel corso dell’anno – ha continuato Cantele – e auspichiamo che segua con altrettanta sensibilità le questioni ancora aperte quali il DdL sull’uso dei prodotti agricoli regionali nelle mense pubbliche, sui consorzi di bonifica, contro la fauna selvatica, sull’agricoltura sociale e contro il consumo del suolo”.
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“Ci aspettiamo grandi novità di mercato anche dal Decreto per l’indicazione obbligatoria dell’origine del grano usato per fare la pasta ‘made in Italy’ – ha aggiunto Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia – perché oggi sono eccessivi i quantitativi di grano importato dall’estero che in un anno hanno fatto crollare del 43% le quotazioni di grano duro destinato alla pasta. Un crack senza precedenti con i compensi degli agricoltori tornati ai livelli di 30 anni fa, a causa delle manovre di chi fa acquisti speculativi sui mercati esteri di grano da “spacciare” come pasta o pane Made in Italy, per la mancanza dell’obbligo di indicare in etichetta la reale origine del grano impiegato. Gli accordi di filiera che si stanno proponendo in queste settimane sono le prime risposte utili a rafforzare la qualità delle produzioni, elemento sostanziale che sulla carta porterà alla riduzione delle importazioni”.
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“Resta l’annoso problema della criminalità nelle campagne – ha concluso Corsetti – per cui abbiamo chiesto l’intervento dell’Esercito nelle aree rurali. I furti di olive, mandorle, rame e mezzi agricoli, fenomeni estorsivi quali il taglio dei ceppi di uva sono stati all’ordine del giorno anche nel 2016. Il fronte dell’illegalità è sempre più ampio e riguarda la proprietà fon-diaria, le infrastrutture di servizio all’attività agricola e, non da ultime, le produzioni agricole ed agroalimen-tari. I reati contro il patrimonio, quali furto di mezzi agricoli (15%), abigeato (11%), furto di prodotti agricoli (13%), racket (9%), usura, danneggiamento, pascolo abusivo, estorsione, rappresentano la “porta di ingresso principale” della malavita organizzata e spicciola nella vita dell’imprenditore e nella regolare conduzione aziendale”.
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Il 2016 è stato l’anno delle battaglie di Coldiretti Puglia tese a tutelare il patrimonio del ‘made in Italy’ agroalimentare e a bloccare lo scippo di identità e di valore che il nostro territorio quotidianamente subisce ad opera dei famigerati agropirati nazionali ed internazionali e che trovano ragion d’essere nel valore delle principali filiere agroalimentari pugliesi, pari a 542.000.000 euro per la pasta e i prodotti da forno, 576.000.000 euro per quella olearia e 462.000.000 euro per la filiera vinicola e il pomodoro da industria di cui la sola provincia di Foggia è leader con 3.500 produttori che coltivano mediamente una superficie di 26 mila ettari, per una produzione di 22 milioni di quintali ed una P.L.V. (Produzione Lorda Vendibile) di quasi 190.000.000 euro.