Awake è il terzo album dei Redeem, band svizzera che da oltre dieci anni propone un hard rock caldo e per i grandi palchi. Questo nuovo lavoro è anche il primo col bassista Alessio di Piazza, che è andato a rinfoltire il lato italiano del gruppo, e vede pure il loro primo brano nella nostra lingua. Awake è un disco che affronta in maniera diretta i problemi del mondo di oggi, e pur senza dimenticare dolori e tormenti, cerca di affrontarli senza lasciarsi andare al pessimismo. I loro precedenti lavori, Eleven e 999, sono stati pubblicati nel 2006 e 2011.
I Redeem sono: Stefano “Saint” Paolucci (voce e chitarra), Alessio Piazza (basso e seconda voce), Simon Steiner (batteria e seconda voce).
E proprio Alessio Piazza dei Redeem ha risposto ad alcune domande per Borderline24 Bari.
Quali sono i brani di questo album ai quali sono più legati?
Ce ne sono un paio, e tutti hanno una storia speciale. Per esempio The Last Goodbye, una storia tragica e vera in cui il destino ha colpito un caro amico di Stefano, la cui donna si è tolta la vita. Pezzo scritto a tempo record, nel bel mezzo della produzione dell’album. Per Stefano è stata come una terapia, per digerire questo colpo. The Riddle è stato un amore borderline [sorride]. Come primo pezzo inciso è stato poi cambiato durante tutta la produzione per entrare nell’album sul fotofinish. Awake rispecchia un po’ il cammino che abbiamo intrapreso dopo il secondo album 999. Sono stati 5 anni non propriamente facili per ognuno di noi. Con la band ci siamo staccati da vecchi contratti, relazioni che si sono infrante, non sono stati tempi belli. E quando tutto sembra non funzionare più non resta che cambiare strategia, o meglio cambiare prospettiva. Con il brano vogliamo dimostrare che qualsiasi cosa la vita porti, buona o cattiva, rappresenta sempre una nuova opportunità.
Com’è un amore Borderline?
Esprime un amore dove lui non riesce a distanziarsi da lei, anche se viene ferito ogni volta. Ha paura di restare solo e torna sempre, pur sapendo che è un atto di autolesionismo, trasformando cosi il rapporto in uno di amore e odio.
Com’è nato il primo brano in lingua italiana dei Redeem?
La Luna è stato un esperimento. Volevamo constatare la capacità dei Redeem di rimanere autentici anche attraverso un brano non in inglese. Ci siamo divertiti provando fonicamente in italiano. Per Stefano e me è stata un’esperienza bellissima riuscire a fare qualcosa nella nostra lingua madre.Quello dei Redeem è stato definito come un alt-metal caldo, potente e positivo. Cosa significa fare musica, per i suoi componenti?
Noi in prima linea siamo amici e ci troviamo tutte le settimane anche se solo per mangiare una pizza insieme. A parte la pizza, abbiamo anche la passione per la musica, una grande passione. Penso che ognuno di noi suoni per una ragione personale, la musica è una terapia contro il mal d’amore, un ansiolitico naturale. Ed è anche un canale per esprimere l’affetto che sia ha per le persone più vicine come fatto per esempio con il brano Beautiful Day. Ma in fondo, quando c’è la passione, non ci si può difendere dalla voglia di imbracciare la chitarra.
Sarà possibile ascoltare i Redeem in tour anche in Italia, prima o poi?
Ci speriamo! Dagli ottimi riscontri ricevuti su numerosi canali online e non, ci sentiamo veramente di fare un tour anche in Italia. Al momento non ci sono date chiare, ma speriamo di poter dare notizia ad inizio anno.