Eccellenze nella produzione pugliese agroalimentare pugliese: la modernità passa dalle avanguardie nella produzione di ortaggi come il pomodoro coltivato senza terra o “senza suolo”. Sì, senza suolo. La formula è stata oggetto di studi presso il dipartimento di Scienze alimentari dell’Università di Bari, una volta afferente alla Facoltà di Agraria.rnrnLa formularnrnColtivare senza terra consente di “ridurre al minimo lo spreco di risorse idriche e producendo una tensione molto particolare per la limitazione di fitopatie che possono inficiare le coltivazioni”, ha spiegato il professor Pietro Santamaria dell’Università di Bari, evidenziando come le aziende abbiano introdotto sistemi automatizzati che regolano parametri ambientali, riproducendo in serra coltivazioni di piante senza terre, ma con la crescita garantita dalla somministrazione di sostanze nutritive, alle giuste temperature, all’interno di serre ad hoc.rnrnLe serrernrnProprio “le serre sono un ambiente protetto nel quale l’iter fecondativo avviene con l’utilizzo di colonie di bombi che, nel vagare da una pianta all’altra, permettono il naturale svolgimento del ciclo produttivo e di vita della pianta”, ha illustrato il ricercatore.rnrnL’azienda La Pietra di MonopolirnrnLa sperimentazione è diventata un ciclo produttivo che assicura qualità indiscussa tra le eccellenze agroalimentare pugliesi. Per garantire che il microclima interno sia il migliore possibile per la crescita delle varie qualità di pomodori, nelle serre dell’azienda La Pietra di Monopoli, per esempio, è presente un sistema di controllo del microclima in serra. “Questo sistema – ha analizzato Santamaria – è basato su riscaldamento e cogenerazione, connesso alla produzione di energia pulita”.rnrnRisparmio di acquarnrnSi arriva così ad un risparmio idrico fino a 10 volte maggiore rispetto alla tradizionale, alla riduzione di inquinanti, non comportando l’uso di macchinari a combustione di fossili, si migliora la sicurezza alimentare, evitando l’uso eccessivo di pesticidi, si riduce drasticamente la penetrazione dell’inquinamento nel suolo.rnrnLe colturernrnPer il professor Santamaria, “queste colture possono essere alimentate solo con acqua e nutrienti ed essere sostenute da substrati di torba o di lana di roccia, o da un compost di posidonia spiaggiata”.rnrnI vantaggirnrn”I vantaggi? E’ possibile avere un controllo totale della loro nutrizione; possiamo arricchire le piante con elementi utili per la salute (silicio, zinco, ferro, iodio…) o ridurre i fattori antinutrizionali, come i nitrati, potenzialmente tossici; migliorare l’efficienza d’uso delle risorse (acqua, nutrienti, uso di antiparassitari) e la qualità e il sapore del prodotto. Per esempio, con queste tecniche è possibile produrre un pomodoro più sapido, perché è possibile un maggior uso di acqua salmastra”.rnrnLa sfida della qualitàrnrnLa coltivazione senza terra, unita alla vendita per mezzo della distribuzione a chilometri zero, rende sul mercato i pomodori pugliesi coltivati senza terra competivi anche sul piano del prezzo, mentre un punto di forza si configura nel un regolare apporto di valori nutritivi, monitorati durante la crescita dai responsabili del ciclo produttivo.
L’agricoltura è già nel futuro con le coltivazioni (di pomodoro) senza suolo
Pubblicato da: Michele De Feudis | Mer, 22 Marzo 2023 - 12:08
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