Si chiamano Nao, Pleo e Zeno: sono i tre robot (due umanoidi e un dinosauro) che aiutano i bimbi affetti da autismo come dei veri compagni di gioco. Parlano, interagiscono e capiscono cosa gli viene detto. A progettarli Giuseppe Palestra, 34enne, laureato in Informatica all’Università di Bari, ingegnere abilitato, che nel 2013 dà vita a “Saracen” (Socially assistive, robots for autistic children education). In seguito nasce l’attuale “Robot4children”, al quale collaborano Brigitta Ruggieri, psicologa (attualmente lavora presso “L’Arcallegra” nell’ambito della programmazione di percorsi riabilitativi in soggetti con disabilità, trattamento e sostegno a bambini autistici), Giuseppe Lorizzo, laureato in Economia e commercio e Berardina Nadja De Carolis, ricercatrice e assistant professor ad Informatica che sta sviluppando anche un laboratorio sulla robotica sociale. Robot4Children è stato decretato come vincitore assoluto del Puglia Start Cup di quest’anno, oltre che nella categoria Life science.rnrnI tre robotrnrnNao e Zeno sono umanoidi, Pleo è un dinosauro verde. Sono loro i compagni di gioco di bimbi autistici. I robot sono già stati testati in due centri e sono in corso ulteriori sperimentazioni a Lecce. Ma come funzionano?rnrn”Robot4Children – spiega Palestra – ha sviluppato una soluzione integrata robot-software abbinata ad una metodica innovativa di applicazione assistiva rivolta ai bambini affetti da disturbi dello spettro autistico. I robot grazie al software sviluppato internamente riescono ad interagire con il paziente (in base a protocolli di terapia convalidati) e a memorizzare metriche oggettive utilizzabili per analisi storiche della terapia e per adattare la stessa ai bisogni specifici del paziente”.rnrnUn progetto innovativo proprio perchè pone le tecnologie della robotica e dell’intelligenza artificiale a supporto della qualità della vita e dell’interazione sociale dei soggetti affetti da patologie disabilitanti con particolare focus sull’autismo. “Le soluzioni sviluppate – prosegue Palestra – contribuiranno sia allo sviluppo e all’applicazione di nuove terapie sia al progresso della ricerca sulle patologie disabilitanti”.rnrnI robot utilizzabili sia nelle strutture sanitarie sia in famigliarnrnrnI tre robot possono essere sfruttati in diversi settori del mercato: per le famiglie e le associazioni dato che possono essere utilizzati anche in ambiente domestico, “e a costi più bassi – prosegue Palestra – rispetto alle attuali soluzioni di terapia disponibili, ottenendo, inoltre, risultati di apprendimento nettamente migliori”. Ed ancora nei centri per la terapia, da psicologi, in strutture sanitarie private e pubbliche, in enti di ricerca. “I dati aggregati in cloud costituiranno, inoltre, una base dati unica e importantissima per la ricerca sul disturbo dello spettro autistico”, conclude.rnrnI test dei tre robotrn
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