Il ‘blocco telefonico’ a cui era affidata la sicurezza sulla tratta ferroviaria Corato-Andria sulla quale, il 12 luglio scorso, ci fu lo scontro frontale tra due convogli di Ferrotramviaria che provocò 23 morti e 50 feriti, è fuorilegge. E’ quanto ha accertato finora la procura di Trani che ritiene che il ricorso al blocco telefonico sia in contrasto con la normativa in vigore.
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Dalle indagini finora svolte dal pool di magistrati tranesi, coordinato dal procuratore facente funzioni Francesco Giannella, sarebbe emerso che la normativa ferroviaria in vigore non ammette – secondo l’interpretazione accusatoria – il blocco telefonico. La legge – infatti – impone al gestore della linea ferroviaria di adeguare la sicurezza alla migliore tecnologia esistente e il blocco ferroviario sarebbe – per gli inquirenti – la peggiore. Lo conferma la dichiarazione formale di obsolescenza dell’Ansf (Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie).
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La stessa agenzia – incaricata dal ministero del Trasporti di controllare la sicurezza su quella tratta – ha recentemente imposto i limiti di velocità ai convogli.