Un viaggio fotografico che racconta storie di bambini e ragazzi affetti da leucemia e la loro voglia di guarire. Le immagini in bianco e nero ritraggono i giovani pazienti durante la loro permanenza nelle strutture ospedaliere, quelle a colori, invece, testimoniano la loro successiva guarigione e la loro dedizione alle attività che li appassionano. Si chiama “NATI PER VIVERE, il paradiso può attendere”, il libro del dottor Momcilo Jankovic, medico pediatra emato-oncologo dell’Ospedale San Gerardo di Monza, con le fotografie di Attilio Rossetti, che sarà presentato mercoledì 23 novembre alle ore 16.45 nella sala giunta della città metropolitana di Bari.
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Nella settimana dei diritti dei bambini, il tema della guarigione sociale è stato scelto dall’Apleti Onlus, Associazione Pugliese per la lotta contro le emopatie e tumori nell’infanzia, nata nel 1980 da un gruppo di genitori di bambini affetti da leucemie e tumori e che oggi riunisce genitori, amici ed operatori sanitari con l’obiettivo di offrire ai bambini oncologici in cura presso il reparto di oncoematologia pediatrica del Policlinico di Bari, l’assistenza medica e psico-sociale più qualificata al fine di garantire loro le cure migliori e la più elevata qualità di vita possibile.
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Pioniere di un nuovo modo di fare medicina, alla costante ricerca di una guarigione completa per i suoi pazienti, il dottor Momcilo Jankovic ha racchiuso in questo libro il concetto che essa passi attraverso quella fisica, quella psicologica, quella spirituale e quella sociale. Affinché si abbia una condizione di benessere è quindi necessario nonché indispensabile curarle tutte. Assieme a lui Attilio Rossetti, fotografo sensibile e abile nel cogliere l’anima delle persone nei suoi ritratti fotografici, accompagna il lettore in questo viaggio fatto di immagini nella bellezza della vita dopo il cancro.
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Chi ha attraversato l’esperienza del cancro, o chi l’ha sfiorata accompagnando una persona cara, spiega Monia Pinzaglia, presidente di Apleti Onlus, sa quanto sia importante una volta raggiunta la guarigione fisica, conquistare anche la vetta della guarigione sociale. La guarigione sociale è quella consapevolezza di poter guardare gli altri ed essere guardato dagli altri da pari, non da sopravvissuti. La guarigione sociale è quella condizione che ti mette in grado di realizzare i tuoi sogni di lavoro, di sport, di famiglia, con pari opportunità non come sopravvissuto. La guarigione sociale è importante quanto quella fisica soprattutto se il “sopravvissuto al cancro” è un bambino che ha davanti tutta la vita e deve potersi misurare con essa in pienezza.
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