Permettere ai ragazzi di conoscere non solo la storia contemporanea della città di Bari, ma anche di scoprire i suoi luoghi simbolo del periodo che va dal 1942 al 1945. Il tutto accompagnati da guide esperte che possano non solo raccontare loro gli episodi saliente della storiografia barese, ma anche educarli alla tolleranza e all’accoglienza.rnrnSono questi gli obiettivi del progetto “La città e la sua memoria” – ideato lo scorso gennaio grazie all’impegno dell’assessorato comunale alle Politiche educative -, il cui protocollo d’intesa è stato siglato questa mattina a Palazzo di città. L’iniziativa vede la partecipazione attiva di diverse realtà culturali e storiche sul territorio: l’Istituto pugliese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea, l’associazione nazionale partigiani italiani, la fondazione Maierotti, la cooperativa sociale “I bambini di Truffaut” e l’Università popolare pugliese per la terza e libera età – “Auser”. A prendere parte al progetto saranno gli studenti di cinque istituti sul territorio, ovvero le scuole “Giovanni Paolo II-De Marinis”, “Tommaso Fiore”, “Fraccacreta”, “Umberto I-San Nicola” e “San Giovanni Bosco-Melo da Bari”.rnrnAttraverso il confronto con le persone che hanno vissuto gli episodi salienti della storia contemporanea barese i ragazzi potranno quindi scoprire la città in modo diverso, al di fuori di quello che si impara a scuola sui libri. Negli istituti sono intanto stati già avviati corsi che forniscono loro competenze nella ricerca delle fonti storiche e bibliografiche, così da essere poi adottate nelle visite “sul campo”. Inoltre gli insegnanti stanno orientando i corsi sulla conoscenza dei luoghi che hanno accolto i profughi durante la seconda guerra mondiale e nel dopoguerra, come San Francesco alla Scarpa, Santa Chiara, Torre Tresca e l’area dell’ex “Transit” a Palese.rnrn”Ci sarà – ha spiegato durante l’incontro l’assessore comunale alle Politiche educative Paola Romano – una particolare attenzione al tema dei profughi e dei rifugiati, nonché agli eventi della lotta di liberazione nazionale. Un modo per far dialogare generazioni anche molto distanti tra loro, se si pensa che gli ultimi testimoni diretti di quegli episodi sono ormai molto anziani e che i destinatari del progetto saranno gli alunni e le alunne degli ultimi due anni delle scuole elementari e quelli delle scuole medie inferiori”.rnrn”È importante -ha proseguito ha proseguito il direttore dell’Ipsaic Vito Antonio Leuzzi – che sappiano che la città di Bari ha vissuto un dopoguerra anticipato rispetto al resto del Paese, ed è questa la ragione per la quale, pur avendo indicato il periodo che va dal 1942 al 1945, avremo uno sguardo lungo, fino almeno agli anni ‘50, per mettere a fuoco la situazione assolutamente particolare vissuta dalla nostra città e dalla nostra regione, con i flussi di rifugiati e rimpatriati, nel ’44 dalle ex colonie, dalle isole greche e dalla Dalmazia, e poi nel ’47, dopo i trattati di pace, quella dei profughi”.rnrn
La sua storia e i luoghi simbolo: con “La città e la sua memoria” gli studenti scoprono un’altra Bari
Pubblicato da: redazione | Mer, 22 Marzo 2023 - 11:59
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