Sovente accade che le migliori e più durature amicizie nascano fra i corridoi del liceo. Se a questo si aggiunge un mentore che educa anche alla cultura, come il professore Augusto Monti, allora questi allievi faranno parte anche la storia di un Paese.
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Era il 15 novembre del 1933 quando un gruppo di compagni di scuola, di età differenti, uniti da uno scopo comune quale il piacere della discussione, della condivisione di idee e della cultura, fonda la casa editrice Einaudi. Giulio Einaudi, a soli 21 anni, insieme a Leone Ginzburg, Cesare Pavese, Norberto Bobbio e Massimo Mila, danno vita ad una casa editrice che, in un periodo quale quello fascista, diviene la loro missione. Un insieme di cultura e politica che si occupa principalmente di saggistica e che fin da subito evidenzia il suo schieramento antifascista e per questo presa di mira da nazisti e fascisti. Gramsci fu arrestato e mandato al confino nel 1935, mentre Leone Ginzburg ucciso per mano dei nazisti per aver stampato clandestinamente il giornale Giustizia e libertà. Ricorda lo stesso Bobbio riferendosi al logo della casa editrice: “E’ uno struzzo, quello di Einaudi, che non ha mai messo la testa sotto la sabbia”.
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Fu del dopoguerra la pubblicazione de “I Quaderni” e delle “Lettere dal carcere” di Antonio Gramsci ed è dagli anni Cinquanta in poi la ripresa della “Einaudi” che si discosta dall’immagine iniziale di casa editrice schierata a sinistra.
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Di seguito proponiamo un’intervista di Norberto Bobbio che racconta la “Einaudi”.
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