Un miliardo e 800 milioni di euro. Questa la spesa a Bari e provincia per il gioco d’azzardo: dai gratta e vinci alle slot machine alle scommesse sportive al lotto. Poco meno della metà di quella pugliese, che raggiunge i quattro miliardi di euro, ai quali bisogna aggiungere un 20 per cento dell’azzardo online e un 30 per cento di quello illegale. Sono i dati dell’osservatorio “Insieme contro l’azzardo” che riunisce le 28 fondazioni antiusura italiane e varie associazioni di famiglie e di imprese e consumatori.
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Il caso Puglia
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La Puglia è una delle regioni più ad alto rischio. E la situazione è peggiorata soprattutto negli ultimi anni a causa della crisi e dell’incremento dei disoccupati per la chiusura di diverse fabbriche. La fondazione antiusura registra lo scenario più preoccupante nella provincia di Taranto, dove il consumo di azzardo è aumentato in un anno del 35 per cento, attestandosi intorno agli 800 milioni di euro. Anche a Bari si registra un incremento: al miliardo e 800 milioni di euro di consumi va aggiunto un buon 20 per cento per le scommesse e i giochi online e il 30 per cento per il mercato illegale. “L’aumento in Puglia – spiega Attilio Simeone, coordinatore nazionale del cartello “Insieme contro l’azzardo” – è direttamente proporzionale alla povertà della gente. Più la gente si impoverisce più aumenta il consumo dell’azzardo. Preoccupa anche il fenomeno dei prestiti illegali: sono ritornate ad esempio le figure degli usurai di quartiere. La gente che non ha i soldi e spera di vincerli con l’azzardo si rivolge a queste persone e alla fine si indebita ancora di più”.
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La legge regionale inapplicata
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Nel 2013 la Regione approvò una legge proprio per regolamentare il gioco d’azzardo, impedendo ad esempio l’apertura di sale scommesse entro i 500 metri da scuole, chiese, oratori, impianti sportivi, centri giovanili, centri sociali. A quella legge doveva seguire un regolamento in ciascun Comune. Cosa che non è stata fatta. A partire da Bari dove i centri scommesse continuano ad essere aperti senza alcuna restrizione. “A dicembre – conclude Simeone – i ragazzi del Giulio Cesare con i quali abbiamo avviato un progetto sulla legalità presenteranno una bozza di regolamento comunale, proprio per smuovere questa situazione di stallo”.
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Tre centri scommesse a distanza di pochi metri da una scuola, la denuncia di Melchiorre
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E proprio sulle aperture indiscriminate è intervenuto anche il consigliere comunale di Fratelli di Italia – An, Filippo Melchiorre. “A Bari, in diversi quartieri, non viene rispettata la norma che prevede la distanza minima tra i luoghi sensibili (es. scuole, chiese, centri sportivi, ospedali ecc.) ed i centri scommesse”. E fa alcuni esempi. Come la scuola elementare Clememtina Perone, sotto il nuovo ponte dell’asse nord sud: qui ci sono tre centri scommesse a distanza di pochi metri. Oppure nelle vicinanze del Giulio Cesare a San Pasquale, o di fronte al tribunale civile dove a pochi metri dalla Principessa di Piemonte c’è un’altra sala scommesse. “Perché gli assessori alle attività economiche e alle politiche educative, Palone e Romano, non si preoccupano di censire le distanze tra i luoghi sensibili e i centri scommesse disponendo controlli in merito? – conclude Melchiorre – Questa amministrazione non si è mai preoccupata di tutelare i nostri giovani dal rischio di dipendenza dal gioco con campagne di sensibilizzazione nelle scuole, come la legge prevede”.