“La nostra è una Costituzione che non ha bisogno di alcun adattamento”. Mercoledì 9 novembre, alle 18.30, nella sala “Il Laghetto” (via Piave 66), il sindaco di Modugno e presidente di Italia giusta, Nicola Magrone, incontrerà i cittadini, per spiegare le ragioni del suo no al referendum del 4 dicembre.
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“La Costituzione – spiega – è uno strumento che tutela tutti e che sta perfettamente dentro il nostro tempo. Contrariamente a quanto vogliono far credere gli autori della riforma, difendere la Costituzione non significa affatto riportare indietro le lancette dell’orologio. No, difenderla significa chiedere che sia finalmente attuata così com’è. Invece, le modifiche proposte sulla seconda parte della Costituzione incidono pesantemente sulla realizzazione dei principi fondamentali della prima parte. Questa è una circostanza che non emerge chiaramente dalla discussione per come la si è voluta impostare e per gli artifici che stanno mettendo in atto i propugnatori della riforma nel tentativo di far passare come leggero l’intervento riformatore quando invece esso è devastante e immotivato. Al contrario, dobbiamo pretendere la piena applicazione dei principi enunciati nella Carta Costituzionale, che sono all’avanguardia nel difendere la dignità del cittadino.
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“La riforma del Senato è una provocazione – continua Magrone -. Se passa, da cittadini saremo solo chiamati a mantenere economicamente dei non eletti. Una farsa che mantiene l’apparato ma toglie il diritto di voto. Le riforme che comportano l’eliminazione del diritto di voto rischiano di abituare il cittadino a non votare. Una farsa della democrazia e una china pericolosissima.
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“Provocatoria, inoltre, è la tesi della riduzione dei costi. Infatti i costi non si riducono diminuendo il numero dei parlamentari senza toccare i loro privilegi. I costi si riducono, invece, se si abbassano i loro stipendi e si toccano i loro privilegi. Vogliamo vincere con il NO perché non vogliamo che cambi ulteriormente in peggio una Costituzione già sfregiata. Dunque, dopo aver vinto non ci fermeremo, vogliamo riportare la Costituzione a com’era prima della pessima riforma del titolo V fatta dal centrosinistra”.