L’ex presidente del Bari Gianluca Paparesta ha presentato la sua versione sul passaggio di quote interno al club che ha segnato l’inizio della gestione di Mino Giancaspro e i termini della sua azione legale per tornare proprietario del 95% delle quote azionarie con una conferenza stampa fiume. Qui il focus sulla querelle in 10 punti. Al momento non si registra alcuna reazione da parte del presidente Cosmo Giancaspro.rnrn1 “Azione giudiziaria per chiedere intervento di un giudice terzo”rnrnPaparesta, con una istanza sostanziata da estremi di diritto civile e societario, chiede al Tribunale di Bari di tornare proprietario del 95% delle quote del club, cioè il ripristino della situazione prima dell’assemblea sociale del 22 giugno, nella quale Giancaspro, effettuando l’aumento di capitale ha assunto la guida della società.rnrn2 “Sono tifoso e ho cercato con tutte le mie forze fisiche, mentali e patrimoniali di portar avanti un sogno”rnrnPaparesta ha ricostruito il suo ingresso nel Bari dei Matarrese nel 2013, e ha ripercorso le tappe dell’acquisizione del club all’asta fallimentare, tra indiani, russi e infine la formula della cessione di diritti a grandi multinazionali dei diritti tv e di immagine. Per le necessità di liquidità del club ha sottoscritto mutui presso banche al fine di garantire la continuità operativa.rnrn3 “Giancaspro entra con un prestito fruttifero”rnrnA dicembre, con la società già in affanno, Paparesta favorisce l’ingresso di Giancaspro nel club, “per dare liquidità alla società con un prestito di rilevanza, prestito fruttifero. Il 21 dicembre 2015 entra nel cda con la specifica che Paparesta si occuperò dell’area tecnica sportiva e Giancaspro sarà responsabile dell’amministrazione per la predisposizione dei bilanci infrannuali”.rnrn4 “Noordin credibile per l’advisor, i cinesi no”rnrnPaparesta afferma che l’advisor Banca Popolare di Bari ha riconosciuto l’affidabilità del potenziale acquirente Noordin Ahmad, non quella della cordata cinese. Dopo la sottoscrizione del preliminare con il malese “Noordin non versa caparra. Spiego alla Banca la questione e mi indebito di ulteriori 500mila euro”. Il malese e l’advisor Grazie Iannarelli mi invitano a Kuala Lumpur: incontro il ministro dello sport, i sovrani di una regione della Malesia, viene fatta una conferenza stampa per me e Noordin con giornali della Malesia”.rnrn5 “Noordin non è venuto per fare la truffa, ma ho sbagliato a crederci”rnrnPaparesta giura e spergiura sulla buona fede di Noordin, ma ammette l’errore: “Riconosco che ho sbagliato a crederci, prima dovevano arrivare i soldi e poi dovevamo presentare tutto”rnrn6 Il blocco dei fondi di Noordin? Per normativa antiterrorismo e riciclaggiornrn”Vado dalla Banca e mi dice che la trasmissione dei fondi è condizionata alla normativa antiterrorismo e antiricligggio, proveniente paese off shore. Indagine, mi dicono, che è routinaria, per escludere. Mi fido ancora una volta, chiedo scusa a me stesso e ai tifosi. Volevo davvero che giocassimo per la Champions league”.rnrn7 La colpa delle difficoltà nella trattativa? Dei comunicati di Giancasprornrn”L’11 maggio inizia uno stillicidio di comunicati di Giancaspro; 18 maggio un nuovo comunicato prima dello spareggio con il Novara. Con una telefonata la Iannarelli dice: “Devi chiarire cosa succede. Soldi in una situazione che non è chiara non ne metto”. Fino a una definizione del quadro societario, dice Paparesta, i malesi bloccano tutto.rnrn8 Paparesta valuta azione legale contro NoordinrnrnIl contratto con Noordin si doveva completare a fine maggio. Dopo cinque mesi Paparesta che sta valutando se intraprendere una azione verso Noordin. Che non ha mai, puntualizza l’ex arbitro, mai versato una caparra. “Sono stato uno sciocco un credulone ma sono il primo danneggiato da Noordin”.rnrn9 Il professor Donativi: “Chiediamo il rientro nelle sue partecipazione di Paparesta”rnrnIl docente universitario ed esperto di diritto societario non ipotizza tempi brevissimi per il giudizio ma spiega che si punta al “”ripristino della situazione, consentendo a Paparesta di rientrare nelle partecipazioni per effetto di una operazione non in linea con quello che era legittimo e corretto attendersi”. Paparesta diverrebbe il traghettatore, per l’ingresso di “imprenditori con capacità economica”. Il giudizio in Tribunale non avrà conseguenze sulla continuità aziendale né del progetto sportivo.rnrn10 Stipendio e global licensingrnrn”Ho creato una società per valorizzare il marchio Bari attraverso merchandising. E’ stata creata una partnership a tre tra Nike, società di commercializzazione e club. Un contratto non c’era, ma Nike fornisce al Bari qualche centinaio di migliaia di euro di materiale a titolo gratuito. La società creata registra in bilancio utili per 6512 euro da dividere tra i soci”.rnrn”Lo stipendio? Ho lasciato lavoro di assessore opinionista tv e commercialista, per stare bene e vivere bene, con una famiglia da mantenere, una ex moglie. Ringrazio la mia compagna, sempre al mio fianco. I compensi presi erano gli stessi che percepivo in precedenza da opinionista e servivano per pagare i mutui e gli interessi. Mio padre lavorava da pensionato nel Bari: prendeva 15400 euro per stare dalla mattina alla sera. Ci sono tifosi che hanno presentato parcelle di misura sproporzionata, si può vedere la contabilità…”.
La verità di Paparesta sul passaggio del Bari a Giancaspro in 10 punti
Pubblicato da: Michele De Feudis | Mer, 22 Marzo 2023 - 11:50
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