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Lo storico Nico Perrone: “Quando trasformammo l’albergo delle Nazioni in casa dello studente”

Pubblicato da: Michele De Feudis | Mer, 22 Marzo 2023 - 11:49
Nazioni

“Ora le racconto una storia. E’ indicativa della rilevanza in città degli studenti. Negli anni settanta il più bell’albergo della città, l’Albergo delle Nazioni, divenne “casa dello studente” dopo una mobilitazione studentesca. Gli studenti reclamavano diritti e spazi per la crescita culturale. Fui portavoce di questa richiesta al pro-rettore del tempo, il professor Francesco Maria de Robertis, considerato un accademico di destra. De Robertis lo incontrai durante un periodo di occupazioni appassionate e l’istanza arrivò al rettore Ernesto Quagliariello che – dopo aver parlamentato con gli studenti – diede il via libera. De Robertis mi comunicò la decisione e commentò: “Ci siamo giocati l’albergo principe di Bari…”. Gli risposi che era giusto diventasse la casa dello studente più bella d’Italia”: Nico Perrone, storico dell’America, già docente della facoltà di Scienze politiche dell’Università di Bari, autore di una magistrale biografia di Enrico Mattei, descrive così la Bari degli anni settanta, effervescente per cultura e iniziative studentesche. L’Albergo delle Nazioni resta un gioiello dell’architettura fascista, disegnato dal grande Alberto Calza Bini, fondatore della Facoltà di Architettura di Napoli nel 1928.rnrnProfessore, l’Università di Bari fu fondata da Benito Mussolini ed ebbe una rilevanza nazionale indiscussa nell’Italia repubblicana. A cosa si deve questo blasone?rnrn

Nico

Nico Perrone

rnrn”Era considerata la terza nel Belpaese dopo Roma e Padova, per blasone e prestigio”.rnrnAveva tanti iscritti?rnrn”Gli immatricolati la posizionavano al quarto posto in Italia. Ma la levatura dei docenti ribaltava ogni precedente graduatoria. C’erano grandissimi ordinari”.rnrnRicordiamoli.rnrn”Gino Giugni, padre dello Statuto dei lavoratori, Francesco Capotorti, Gustavo Minervini…”.rnrnIllustri accademici baresi…rnrn”Come non ricordare Francesco Maria de Robertis, insigne scienziato del diritto romano”.rnrnL’ateneo aveva un rilevanza politica per gli studenti?rnrn“C’era un movimento studentesco di sinistra vivace e un movimento giovanile della Democrazia cristiana altrettanto attivo. La dialettica era presente, ma negli anni settanta era prevalente la presenza dell’estrema sinistra”.rnrnIl rapporto tra città e Ateneo?rnrn”L’Università era un punto di riferimento, un luogo di cultura, di dialogo. Il rapporto era reale. Le manifestazioni di cultura all’università erano di levatura assoluta, e registravano la partecipazione di larghe fasce della cittadinanza”.rnrnC’era la dicotomia tra accademici napoletani e gli altri… rnrn”Molti docenti venivano da Napoli. C’era anche il gruppo dei baresi, ma accademicamente non era potente come quello partenopeo”.rnrnLe feste della matricola?rnrn”Erano feste popolari, gli studenti conquistavano la ribalta cittadina con la goliardia. Poi arrivò il movimento. Dalla goliardia si passò alle assemblee e alle occupazioni. Bari divenne un centro di importanza nazionale per l’impegno democratico delle giovani generazioni”.rnrnLa figura del rettore?rnrn”L’incarico consentiva all’università di essere un riferimento politico e sociale per l’intera comunità”.rnrnEditoria e Università?rnrn”La Laterza pre-esisteva al momento di maggiore luminosità dell’Ateneo. De Donato e Cacucci erano simboli della vivacità della ricerca accademica barese. C’era la Adriatica di Vito Macinagrossa”.rnrnProfessore, se sua nipote si iscrivesse all’Ateneo…rnrn”Vorrei che l’Università di Bari conservasse il blasone novecentesco di una delle importazioni istituzioni culturali nazionali. Le risorse sono sempre state ridotte. Dovrebbe essere la politica a reclamare maggiori risorse per l’Università di Bari, insieme alla stessa comunità accademica. Non dimentichiamo che le inchieste giudiziarie hanno influito molto negli ultimi anni sulla reputazione dell’ateneo. Difendere il prestigio dell’ateneo significa non dimenticare il passato e creare i presupposti per un futuro. In ballo c’è sempre la libertà e l’uguaglianza nell’accesso alla formazione per i giovani della nostra terra…”.

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