In otto mesi 1455 iscritti, con 700 clienti attivi che utilizzano le 30 auto messe a disposizione della città di Bari, con una percorrenza media di 11 chilometri. Per un totale di 900 corse. Il car sharing (sviluppato dall’Aci) piace ai baresi e per questo l’amministrazione ha deciso di ampliare il perimetro della zona dove si possono prendere e lasciare le auto elettriche.
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L’area operativa è stata estesa alla zona universitaria del Politecnico, a tutta la zona ospedaliera (Ospedale Santa Maria, Policlinico e Ospedali universitari, Istituto dei tumori) nonché alla Fiera del Levante, con un raddoppio della superficie attuale. Contemporaneamente all’estensione dell’area verranno attivate le nuove tariffe, oraria e giornaliera, per garantire ai cittadini quella più conveniente in funzione dell’effettivo tempo di utilizzo delle auto.
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“Abbiamo investito in un servizio innovativo – spiega il sindaco Antonio Decaro – i cittadini hanno dimostrato di apprezzare le novità e soprattutto di essere pronti a sperimentare nuove forme di mobilità. Questo è solo il primo passo di un percorso che intendiamo proseguire, ecco perché abbiamo scelto di estendere la zona in cui le auto potranno circolare ed essere parcheggiate liberamente e vogliamo inserire il servizio di car sharing nel progetto della Guest card metropolitana per offrire una modalità alternativa di spostamento anche ai turisti che scelgono Bari e i Comuni limitrofi come meta dei loro viaggi. La stessa cosa contiamo di fare con le nuove bici del bike sharing”.
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“Ipotizziamo – dichiara la responsabile dell’Automobile Club Bari Bat, Maria Grazia De Renzo – di mettere in rete i Comuni della Città Metropolitana che si siano dotati di colonnine di ricarica elettrica, perché il car sharing nella versione innovativa proposta nel capoluogo pugliese possa essere posto a fattor comune e svilupparsi anche a livello culturale oltre i confini dello stretto utilizzo cittadino. In una “vision” in linea con la modernità e la cultura della mobilità stradale, di cui ACI e GirACI, sono portavoce”.
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