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Pochi dipendenti e magistrati, processi infiniti, tribunali insicuri: così la giustizia barese cade a pezzi

Pubblicato da: Vincenzo Damiani | Mer, 22 Marzo 2023 - 11:39
Tribunale civile

Il numero dei dipendenti amministrativi è sempre più esiguo, il tribunale penale continua ad essere insicuro e a perdere pezzi, i magistrati e i pm sono sommersi di fascicoli e i processi cadono in prescrizione, il capo della Procura attacca il governo centrale per “l’inerzia”: la giustizia barese non gode di buona salute e cresce il nervosismo. Si annuncia un lungo quanto difficile autunno, tra proteste e mobilitazioni e le prime avvisaglie di quello che potrebbe accadere senza un intervento immediato si sono avute a cavallo tra la fine di settembre e i primi giorni di ottobre.

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Personale ridotto all’osso, arrivano i barellieri della Croce rossa nelle cancellerie

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In poco meno di due settimane ci sono state due manifestazioni di protesta da parte dei dipendenti ammnistrativi e dei cancellieri, una davanti al palagiustizia di via Nazariantz, l’altra fuori dai cancelli del tribunale di piazza De Nicola. A mandare su tutte le furie i dipendenti è stata la decisione del ministero di inviare nelle cancellerie e negli uffici dei tribunali i lavoratori in esubero della Croce Rossa e di enti pubblici in via di smantellamento come le province. Una decina tra medici e capisala, ma anche barellieri e portantini, si sono ritrovati a cimentarsi con ricorsi e decreti, faldoni stracolmi di carte e montagne di fascicoli. A Bari sono arrivati 11 rinforzi, la scelta però ha fatto arrabbiare i sindacati e anche i magistrati stessi perché si tratta di persone che hanno altre qualifiche ma che non si sono mai districate con codici e numeri di ruolo. Nei tribunali del distretto barese i dipendenti amministrativi sono diminuiti da 149 a 133 unità, nonostante il carico di lavoro sia invece aumentato. Da anni il blocco del turnover impedisce di sostituire almeno chi va in pensione, le assunzioni sono praticamente un miraggio. Questa situazione ha provocato non solo l’ira dei sindacati e del personale, ma anche del procuratore capo, Giuseppe Volpe.

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Troppi processi e molte prescrizioni: l’ira del procuratore capo contro il governo

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In una lunga lettera, Volpe ha spiegato in quale stato versa la giustizia barese e ha attaccato frontalmente il governo centrale. “L’impegno massimo – si legge nella missiva inviata una settimana fa – di ciascuno a livello locale si scontra tuttavia con il disimpegno del governo centrale. La Procura di Bari – rincara la dose – è oggi persino priva di un dirigente amministrativo, pur risultando tra le prime sei, sette in Italia per dimensioni”. Il magistrato ha ricordato che in tutta Italia mancano 9mila cancellieri e che “il risultato è che il lavoro celermente smaltito dai magistrati si blocca sulle scrivanie in gran parte vuote dei nostri collaboratori. Non viene ottemperato, dunque, il disposto dell’ articolo 110 della Costituzione, che assegna al ministro della giustizia l’organizzazione e il funzionamento dei servizi della giustizia”. Volpe ha sottolineato anche non si può celebrare un numero maggiore di processi “perché mancano le aule d’udienza”, ed ecco il terzo grande problema della giustizia barese: l’edilizia giudiziaria.

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Tribunali a pezzi

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Da anni l’Anm e l’Ordine degli avvocati, assieme ai diversi sindacati, lamentano lo “stato di degrado e insicurezza in cui versano i tribunali di Bari”. In particolare il palagiustizia di via Nazariantz, al centro persino di due indagini penali diverse, per un periodo a rischio crollo, tanto che sono stati necessari lavori di rafforzamento dei pilastri e delle fondamenta, e ad un passo dall’essere dichiarato in maniera definitiva inagibile. Le promesse di trasferimento degli uffici giudiziari penali da via Nazariantz si sono ripetute, ma sono ancora lì. Assieme a tutti i problemi di un edificio non all’altezza. Basti pensare che la settimana scorsa l’Inail, proprietaria dell’immobile, per effettuare alcuni controlli sulla tenuta dei pilastri ha deciso di far sgomberare gli uffici di due magistrati che sono stati trasferiti per sicurezza in un’altra ala dell’edificio. Da settembre dell’anno scorso la responsabilità degli uffici giudiziari è passata nelle mani del Ministero, che paga un milione e 800mila euro l’anno di affitto. E con l’arrivo dell’inverno i problemi si moltiplicheranno e acuiranno: l’autunno “caldo” è appena iniziato.

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