Il 14 ottobre 1894 Domenico Melagatti, abile pasticcere veronese, presenta il suo dolce al Ministero di Agricoltura e Commercio del Regno d’Italia. Nasce così ufficialmente il pandoro, originale dolce natalizio per ricetta, forma e nome.
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rnIspirato ad una ricetta di tradizione veronese, il “levà” fatto con farina, latte e lievito, Melegatti aggiunge uova e burro e una lievitazione e lavorazione della durata di 36 ore. La complessità della preparazione ne rende difficoltosa la preparazione in casa, e anche per questo motivo la sua crescita commerciale diviene rapida e capillare. Talmente sicuro della sua creazione, Domenico Melegatti sfida chiunque voglia replicare la sua ricetta mettendo in palio 1000 lire (cifra notevole per quei tempi) per il pasticcere che fosse riuscito a creare un duplicato identico.
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Ed è così che Melegatti crea lo storico e inimitabile antagonista del panettone milanese: un dolce soffice, dalla tipica forma a stella e dal colore dorato.
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Ma perché “pandoro”? Stando alla leggenda tramandata nella famiglia, si deve il nome ad un garzone che guardandone una fetta esultò “l’è proprio un pan de oro!”.
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La crescita del pandoro avviene in un momento storico successivo, intorno agli anni ’50, in cui l’Italia passa da paese agricolo a realtà industriale e da bene di lusso diviene accessibile ad un più alto pubblico. La crescita diviene costante anche grazie ad un’ottima scelta commerciale portata avanti dalla famiglia: partecipazione a fiere, manifestazioni, furgoncini con la scritta “Melegatti” in giro per Verona. Dalla vendita nelle pasticcerie, in seguito, si passa ai supermercati e inizia la vendita grazie agli agenti commerciali. Infine, negli anni Settanta la prima campagna pubblicitaria sia su testate giornalistiche sia in TV. Il Pandoro, così, da Verona arriva in tutta Italia.
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C’è solo da chiedersi, in vista del Natale che si avvicina: pandoro o panettone?