Le investigazioni della Polizia di Stato portano i primi frutti in merito all’omicidio di Antonio Blasi, ne rione Stanic: tra sabato e domenica, nella notte, sono stati fermati tre soggetti come gravemente indiziati di delitto.rnrnI fermati e il risultato del lavoro degli investigatorirn
rn
rn
Le forze dell’ordine hanno fermato Giuseppe Ladisa, Nicola Fornarelli e Alessio De Marco. Secondo la ricostruzione degli inquirenti Ladisa sarebbe intervenuto in una lite tra Blasi e la sua ex convivente, e lo stesso Blasi lo avrebbe insultato. Da qui la reazione: la vittima è stato colpito con tre proiettili di una calibro 38 sotto casa della donna. Ladisa, noto come affiliato al clan Strisciuglio e attivo nel quartiere Stanic nello spaccio, avrebbe pensato di lavare l’offesa. De Marco avrebbe così fornito la pistola a Ficarelli, esecutore materiale del delitto.
rn
rn
rn
rn
Il pestaggio di Blasi prima dell’omicidio
rn
Antonio Blasi, il 33enne ucciso in via Bruno Buozzi, era stato avvisato. Qualche giorno prima dell’omicidio, la vittima era stata pestata a sangue in strada, non una rissa ma una spedizione punitiva vera e propria. Forse a massacrarlo di calci e pugni furono le stesse persone che poi hanno deciso di farlo fuori. Probabilmente, ragionano gli inquirenti, la “lezione” non bastò a risolvere la questione.
rn
Gli investigatori della squadra mobile stanno indagando nel mondo dello spaccio di droga, forse una piccola partita non pagata. Forse un’attività di spaccio non “autorizzata”. Ma non si escludono altre ipotesi.
rn
rn
Il responso dell’autopsia
rn
rn
Intanto l’autopsia ha chiarito che Blasi è stato ucciso con tre colpi di revolver che lo hanno feriti ad addome, braccio e ventre, anche se sono 6 i proiettili esplosi. Segno che Blasi si era accorto della presenza dei suoi sicari e ha provato a fuggire. Non è escluso che sia stato attirato in una trappola, un falso appuntamento trasformatosi in appuntamento con la morte.