Un’area nel piano interrato mai completata e spuntoni di metallo non coperti nella palestra all’aperto. Inizia un nuovo anno scolastico al liceo linguistico e tecnico-economico “Marco Polo” nel quartiere Poggiofranco, ma i vecchi problemi restano irrisolti.
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L’area inutilizzata al piano sotterraneo
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Ad accompagnarci in questo giro tra le mura dell’istituto è il preside Antonio Guida. Insieme a lui raggiungiamo il piano sotterraneo dell’istituto, dove si trova un enorme spazio mai utilizzato. I lavori dell’area non sono mai stati completati dalla fine degli anni ’70, periodo in cui venne costruito il Marco Polo. “Ci piacerebbe utilizzare questo spazio per attività didattiche multidisciplinari e renderla una struttura polivalente a disposizione degli studenti, ma in questo stato non ci si può neanche camminare tranquillamente”.
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E in effetti avventurandosi all’interno dell’area – al momento utilizzata come deposito per lavagne, sedie e banchi distrutti – si capisce che nulla è stato completato, se non i muri. Manca infatti il pavimento, ora coperto con pezzi di cartone per evitare che qualcuno possa farsi male con il pietrisco. Non è stata completata neanche la muratura del soffitto, tanto che in alcuni punti spuntano ancora dei mattoni dal grigio del cemento.
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Negli anni i dirigenti scolastici hanno provato, senza successo, a richiedere alla Provincia i fondi per aprirla agli studenti. E ora Guida, con il passaggio della responsabilità alla Città Metropolitana, non ha avuto maggiore fortuna. “Sono almeno cinque anni che tartasso gli uffici chiedendo i fondi, ma non c’è niente da fare. Negli ultimi due anni abbiamo ottenuto dei contributi solo grazie ai bandi del Fondo europeo di sviluppo regionale, con i quali però siamo riusciti a completare solo i lavori più urgenti, come il sistema elettrico, il soffitto e l’area della palestra esterna”.
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Le protezioni mancanti nella palestra esterna
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Ed è proprio in quest’ultima zona che c’è un grosso problema che il dirigente proverà a fronteggiare quest’anno: le protezioni mancanti. L’area del campo sportivo principale non ha infatti una recinzione che la delimita; di conseguenza durante le partite gli studenti rischiano di sbattere contro gli spuntoni metallici della vicina scalinata.
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Un pericolo con cui gli studenti convivono da un anno, da quando l’azienda che era stata incaricata di costruire la palestra esterna ha terminato i lavori senza però innalzare la recinzione. “Avevamo pattuito con loro a titolo di favore – spiega Guida – di costruire una rete protettiva oltre al campo. Invece non l’hanno mai completata. Ora i ragazzi rischiano di farsi male, quindi a nostre spese la costruiremo quanto prima. Conto di farlo entro dieci giorni, magari temporaneamente utilizzeremo tappeti di gomma”.
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Il preside Guida: “I fondi della Città Metropolitana? Inutile chiederli”
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Certo i fondi per tutti questi interventi si potrebbero chiedere a chi si deve occupare dell’edilizia scolastica a Bari: la Città Metropolitana. Ma ormai il preside dopo tante richieste a vuoto si è arreso e preferisce utilizzare i soldi dell’istituto così da evitare che nel frattempo qualche ragazzo possa farsi male.
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La Città metropolitana, a suo dire, gli crea solo più difficoltà. “Pensate che l’anno scorso – spiega – quando abbiamo chiesto il permesso per installare dei distributori automatici di acqua, ci hanno fatto le richieste più assurde. Non solo il capitolato d’appalto, persino il quantitativo di acqua che ogni studente avrebbe utilizzato. Alla fine ci siamo dovuti arrendere a queste richieste assurde e non abbiamo più neanche potuto installare un macchinario grande due metri per due”.