La Procura di Bari ha chiesto 31 condanne a pene comprese fra i 6 e i 4 anni di reclusione per altrettanti imputati, tutti migranti originari di Burkina Faso, Bangladesh, Pakistan, Costa d’Avorio e Mali, ritenuti responsabili di aver partecipato alla rivolta del Centro per richiedenti asilo di Bari-Palese del primo agosto 2011.
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A cinque anni dai fatti il pm che ha coordinato le indagini, Marcello Quercia, ha chiesto la condanna a 6 anni di reclusione per uno dei tre presunti capi della rivolta, il 39enne Sankara Maliki, che risponde anche di istigazione a delinquere. Chiesti 4 anni di reclusione per gli altri 30 imputati, accusati a vario titolo di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali, blocco ferroviario, interruzione di pubblico servizio, danneggiamenti, incendi e violenza privata. Tra gli imputati anche Mada Kabobo, il 34enne ghanese che all’alba dell’11 maggio 2013 ha aggredito e ucciso a picconate tre passanti alla periferia di Milano. La sentenza è prevista per il prossimo 6 dicembre. Nel processo è costituita parte civile la società Ferrotramviaria.
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Secondo la ricostruzione degli investigatori circa 300 migranti, istigati da tre ospiti del Cara, organizzarono la protesta con l’obiettivo di accelerare le pratiche per i permessi di soggiorno e il riconoscimento dello status di rifugiati. Con sassi, spranghe di ferro, bastoni, zappe, rastrelli e bottiglie di vetro, danneggiarono la struttura del Cara, auto private e mezzi blindati sulla vicina strada ferrata e sulla statale 16, bloccando il traffico ferroviario e la circolazione stradale per ore e causando anche il ferimento di un centinaio di agenti dello Forze dell’Ordine intervenuti per contenere la rivolta. Dei 300 ne furono identificati 45. Quattordici migranti sono già stati condannati con rito abbreviato.