Da sei mesi senza stipendio e ora rischiano di trovarsi anche senza lavoro. È il destino comune che unisce gli educatori professionali – che svolgono assistenza specialistica per ragazzi disabili nelle scuole secondarie, affiancando insegnanti di sostegno – e gli assistenti alla comunicazione, figure di supporto a bambini sordi nelle scuole. Da mesi, circa quattrocento educatori sono in rivolta contro la Regione Puglia che non ha rinnovato la chiamata in servizio per quest’anno scolastico, oltre a non aver pagato a cinquanta di loro gli stipendi degli scorsi aprile, maggio e giugno.
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Le richieste degli educatori
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“La scuola è iniziata da due settimane e non siamo ancora stati convocati negli istituti per lavorare- denuncia Germana Giumbo, educatrice professionale, durante un sit-in di protesta nella sede della Regione Puglia – da quando è stata istituita la nostra figura professionale lavoriamo a partita Iva, come liberi professionisti. Oggi chiediamo alla giunta Emiliano di essere chiamati al più presto a svolgere il nostro lavoro, ma soprattutto che dall’anno prossimo ci venga dato almeno un contratto a tempo determinato, per percepire uno stipendio anche durante i mesi estivi, quando la scuola finisce. E che ci vengano riconosciute – conclude – le varie tutele per maternità e ferie, oltre a più ore lavorative e corsi di aggiornamento”. Le richieste si basano sul fatto che, fino allo scorso anno, gli educatori professionali in Puglia lavoravano per otto ore settimanali, percependo circa 17 euro lordi all’ora.
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Conca (M5S): “Scriverò alla giunta”
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Fino al 2014, la competenza degli educatori professionali era della Provincia di Bari. Attualmente, invece, è attribuita alla Regione Puglia che, a detta di Mario Conca, consigliere regionale pentastellato che ha incontrato oggi gli educatori in rivolta, ancora “non ha una struttura di coordinamento e di tipo finanziario adeguata”. La Regione, inoltre, è in attesa di ricevere i fondi ministeriali destinati agli assistenti specialisti. Finanziamenti che, secondo il consigliere pentastellato, non arriveranno prima di due o tre mesi. “L’unica soluzione per far partire il servizio ad ottobre sarebbe che la Regione anticipasse i 350mila euro necessari al funzionamento dell’assistenza – ha detto Conca -. Proverò a scrivere alla giunta con preghiera di attivarsi immediatamente, perché in queste ore di svago fieristico si stanno consumando drammi familiari. Ci sono mamme, infatti, che sollecitate dalle insegnanti di sostegno, si stanno pagando l’assistenza specialistica che una politica insensibile gli nega”.