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Il nome per il ponte? Uno tra Tatarella, Rota, Bona Sforza e Matarrese

Pubblicato da: redazione | Mer, 22 Marzo 2023 - 11:03

Mimmo Magistro, segretario nazionale dell’ISD ( I Socialdemocratici) e più volte assessore comunale con delega anche alla Toponomastica, interviene nel dibattito aperto sul nuovo Ponte, quasi ultimato, che collegherà pezzi della Città di Bari, da nord a sudrnDal confronto sul nome da dare al Ponte, per nulla inutile, che si è sviluppato prima  sul web ed ora ampliatosi a macchia d’olio sulla stampa cartacea, vien fuori la grande voglia di partecipazione di cittadini e associazioni, alle scelte amministrative che saranno assunte. Devo confessare che i nomi fatti sino ad oggi(tranne qualcuno folkloristico dei soliti buontemponi) sono tutti meritevoli di esame e bene farebbe la commissione Toponomastica a tenerne conto per il futuro.rnAlcuni personaggi della nostra storia hanno già vie o piazze o loro dedicate ma, mi pare di capire, di scarso rilievo rispetto al loro impegno politico, sociale ed imprenditoriale.rnSe dovesse dipendere da me non avrei dubbi nell’individuare in Bona Sforza, Pinuccio Tatarella, Nino Rota e Vincenzo Matarrese i personaggi maggiormente meritevoli.rnBona Sforza (anche come donna per ricordare che è stata una donna, l’assessore Simonetta Lorusso, a dare il via ai lavori) è conosciuta più nel resto dell’Europa che a Bari nonostante lei, Regina di Polonia e imparentata con  altri regnanti importanti del quindicesimo secolo, avesse deciso di trasferirsi e morire a Bari. E lei da 500 anni riposa in un sontuoso mausoleo nella basilica di S. Nicola di cui non avevo conoscenza sino al 1972 quando ebbi l’onore di insegnare nella scuola media Trieste sita nella città vecchia. Ed ho prove, inconfutabili, che migliaia di tedeschi e polacchi che arrivano a Bari non si limitano a visitare le spoglie del Santo di Mira, ma chiedono anche  di Bona Sforza.rnIl maestro Nino Rota, ha vissuto a Bari per 40 anni. Nel 1975 gli fu assegnato il Premio Oscar per le musiche del Padrino parte II , ed a lui sono dedicati  il conservatorio ed una via di pochi metri. E’ un nome destinato a restare in eterno nella storia della musica e della cultura mondiale. Le sollecitazioni che arrivano attraverso tale mondo locale, e in primo luogo da Paolo Lepore, è che, di quel ponte, intestato a Nino Rota ne parlerebbe tutto il mondo.rnDel mio amico Pinuccio Tatarella conosciamo tutto. Ha rappresentato la punta di diamante della politica barese per molti anni e la sua lungimiranza ha portato la Puglia ad alzare la voce nelle stanze che contano grazie all’armonia politica e sociale.rnDa ultimo, Vincenzo Matarrese, imprenditore e presidente della squadra calcistica. Ecco, forse lui metterebbe tutti d’accordo anche perchè il ponte unisce sostanzialmente i due stadi di Bari, quello di San Nicola e quello della Vittoria. Difficilmente un altro presidente ruberà a lui  il primato di permanenza (28 anni) ai vertici sportivi della Città. Lui lo Stadio di San Nicola l’ha costruito da imprenditore e lo ha gestito da Presidente di un club che ha fatto sognare i baresi per tanti anni, in serie A e con tanti indimenticabili campioni. Se i suoi dipendenti lo piangono come amico e non come padrone un motivo ci sarà di certo. Vincenzo Matarrese mette insieme doti professionali, di buon padre di famiglia, di uomo generoso e di imprenditore saggio e capace.rnLa commissione toponomastica, mi sia consentito  da socialdemocratico, farebbe anche bene a tirar fuori dai cassetti le mie proposte per dare un giusto riconoscimento a Giuseppe Saragat, Presidente della Repubblica e Primo Presidente dell’Assemblea Costituente, e a Michele Di Giesi, più volte ministro della Repubblica, tra i pochi della nostra città. Da tifoso e Presidente dell’Associazione Maglia Biancorossa, infine,  voglio ricordare che la sala dedicata in tribuna VIP a Biagio Catalano era solo un primo riconoscimento al nostro capitano in attesa di individuare un diverso e visibile gesto d’amore della sua Città.  Poiché leggo che qualcuno richiama la norma dei 10 anni minimi dalla morte necessari per intestare una strada o una piazza, ricordo che la stessa legge prevede deroghe autorizzabili (ed autorizzate tante volte) dalla Prefettura”.

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