“A quanti urlano allo scandalo chiedendo perché mai abbiamo concesso gratuitamente l’uso dello stadio della Vittoria per questo evento, ricordo che abbiamo fatto altrettanto per il congresso dei Testimoni di Geova al San Nicola”. Dal Comune rispondono a muso duro contro i tanti che hanno protestato per la concessione a costo zero della struttura alla comunità islamica barese per la celebrazione della “Festa del sacrificio”, prevista il 12 settembre.
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“In caso di manifestazioni religiose – spiega l’assessore alle Culture Silvio Maselli – non è prevista alcuna forma di pagamento per l’utilizzo di spazi di proprietà comunale gestiti direttamente dal Comune, ma solo l’onere di farsi carico dei servizi di pulizia e di sicurezza.”
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Continua, insomma, la querelle su quella che gli organizzatori definiscono “la festa religiosa più importante dell’Islam, un momento collettivo di partecipazione e di preghiera che commemora il Profeta Abramo e la sua scelta di sacrificare il suo primogenito in segno di obbedienza a Dio che, al momento del sacrificio, lo avrebbe poi sostituito con un agnello”. Fino all’anno scorso ad ospitarla era la moschea di Bari su via Capruzzi, dove ogni giorno i fedeli si riuniscono in preghiera.
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Migliaia i partecipanti previsti, appartenenti le famiglie della comunità islamica regionale, che dalle 7 di mattina si riuniranno nello Stadio della Vittoria, per poi iniziare alle 8.30 la preghiera collettiva sotto la guida di Sharif Lorenzini, presidente della comunità islamica d’Italia e dell’Imam Adbdurrahman Ayub Said, presidente della Comunità Islamica di Puglia. Un evento aperto anche ai cittadini di altra fede che “a prescindere dal proprio credo, vorranno condividere un momento di coesione e di vicinanza spirituale”, spiega Maselli. “La Festa del sacrificio – conclude – è un evento pacifico che coinvolgerà migliaia di famiglie di fede musulmana residenti in Puglia dimostrando che il dialogo e la convivenza sono la strada da percorrere insieme, senza paura dell’altro e del diverso”.
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A livello nazionale la Festa del sacrificio è fortemente osteggiata anche dai gruppi animalisti, che contestano la tradizionale mattanza degli agnelli in segno di fede ad Allah. Cosa che a Bari non avverrà, per lo meno non nella struttura pubblica. “Nell’ambito della festa – spiega Sharif Lorenzini – i fratelli si dedicheranno al rito della macellazione Halal nelle sedi preposte, come abbiamo sempre fatto, nel pieno rispetto delle normative vigenti. Ancora una volta siamo pronti a condividere la nostra cultura con l’intera città. Tutti saranno i benvenuti”.