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Caporalato, almeno 25mila schiavi. La Cgil: “Regione e Stato inerti, illegalità diffusa”

Pubblicato da: Vincenzo Damiani | Mer, 22 Marzo 2023 - 10:45
Caporalato Lavoro Nero Campi Pomodori

BARI – “Fortunatamente questa estate non ci sono stati morti nelle nostre campagne, ma le condizioni lavorative sono peggiorate ovunque. Il caporalato dilaga e Regione e governo di tutte le promesse fatte non ne hanno mantenuta una”. La denuncia arriva da Giuseppe De Leonardis di Flai Cgil e dal segretario regionale del sindacato Pino Gesmundo. Secondo la Cgil “alle parole non hanno fatto seguito o fatti e la conseguenza è che nelle campagne pugliesi lo schiavismo è sempre più presente”. I salari – secondo un’indagine della Flai – oscillano dai 29 ai 42 euro lordi al giorno, in media dal 40 al 60 per cento in meno rispetto a quelli previsti dalla legge. Non solo: “I braccianti sono costretti a lavorare anche dalle 10 alle 14 ore al giorno”. Dei 187mila iscritti negli elenchi anagrafici, 42948 sono immigrati e di questi 24578 sono sotto la soglia delle 51 giornate lavorative all’anno: questo significa che non hanno alcuna garanzia, alcuna tutela previdenziale e assistenziale. “Ma i dati sono per difetto, molto in difetto”, dice De Leonardis.rnrnSecondo la Flai, la prova che i caporali spadroneggiano ancora arriva dai dati delle assunzioni fatte dalle aziende agricole pescando dalle liste di collocamento: “A Lecce l’anno scorso furono 100, questa’anno meno di una trentina – dice De Leonardis – a Bari nessuna assunzione su mille iscritti. Sono numeri emblematici che dicono che sono i caporali a decidere chi e come assumere, per poter avere il massimo controllo”. La Flai snocciola altri numeri per fotografare la situazione attuale: delle 2232 aziende agricole controllate il 58% e’ stata sanzionata per irregolarità sul lavoro. A Taranto la percentuale più alta, 80% delle imprese è risultata rregolare, a seguire Foggia (67%), Brindisi (63%), Lecce (62%), Bari e Bat insieme il 40%. “Eppure – attacca De Leonardis – nessuna azienda è stata esclusa dai finanziamenti pubblici, come prevede una legge regionale. Anzi, nella rete di qualità sono state iscritte aziende che sono sotto inchiesta”.rnDei 4 milioni promessi dal governo Renzi un anno fa “non è arrivato nemmeno un centesimo”, dice ancora. “I ghetti sono ancora lì, a Foggia oltre 5 mila persone.rnLa Regione non ha fatto nulla, era stato promesso un milione per il trasporto ma non è stato fatto manco il bando. Gli Sportelli mobili sulla sanità sono un miraggio”.rn”Questo – dice Gesmundo – e’ un pezzo dell’economia importante per la Puglia e che noi per primi vogliamo tutelare. Ma ci preoccupiamo quando sentiamo parlare di militarizzazione delle campagne, che noi non vediamo. Al contrario l’Illegalità e’ diffusa.rnGiusto voler gatantire la qualità del prodotto ma con le tutele dei diritti dei lavoratori. Ovviamente non tutte le aziende sono uguali.rnI problemi non sono stati risolti, molte iniziative regionali, governative e legislative annunciate non sono state portate a termine. Impegni di spesa promessi e poi non garantiti”.

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