“Docenti costretti a fare la valigia per trasferirsi al centro e al nord e famiglie divise. Ecco quali saranno, per la nostra regione, le conseguenze della riforma sulla scuola. Un danno dalle dimensioni inimmaginabili il cui prezzo più alto sarà pagato da tutti quegli insegnanti che dopo aver prestato servizio per anni, nel più totale precariato, presso gli istituti scolastici della nostra regione si vedono oggi ricompensati con un biglietto di sola andata verso altre regioni. Altro che posto fisso!
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A loro, a queste donne e a questi uomini, va tutta la mia solidarietà. Sono vicino a quanti in questi giorni si stanno organizzando per affrontare il trasferimento e a quanti continuano a protestare contro questa incomprensibile misura. Costringere all’esodo centinaia e centinaia di persone vuol dire colpire ancora una volta le nostre intelligenze e con loro il Mezzogiorno rendendolo inevitabilmente più povero. Non possiamo permetterlo.rnForse si farebbe bene a ricordare che i docenti rappresentano uno dei capitali umani più preziosi e qualificati che abbiamo in Italia e che privare una terra come la Puglia che sulla cultura e sulla conoscenza ha deciso di investire è sbagliato e ingiusto.
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Così come ingiusto è affidare il futuro di tante persone a un algoritmo e calpestare in un sol colpo i loro diritti, impoverendo la scuola pubblica e rendendo ancor più evidente quel già pesante divario tra Nord e Sud. L’auspicio quindi è che gli insegnanti non siano lasciati soli, non siano trattati come pacchi e che sia ridata loro la giusta dignità che meritano.rnTra pochi giorni avrà inizio l’anno scolastico e inaugurarlo con le proteste e i ricorsi è inaccettabile. Si lavori piuttosto per capire se ci sono possibilità di far restare in Puglia i nostri docenti, rafforzare il ruolo della scuola così importante in una società come la nostra in continua evoluzione e non si cerchi di indebolire questa fondamentale istituzione. Farlo sarebbe un gravissimo errore oltre che un atto di irresponsabilità”.
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