Martin Luther King all’inizio si appella ad un testimone assente, Abramo Lincoln: «Cento anni fa un grande americano, alla cui ombra ci leviamo oggi, firmò il Proclama sull’Emancipazione». Lincoln è presente sia nell’espressione «grande americano» che in un’allusione al discorso di Gettysburg («Five score years ago…»).rnKing saluta la folla venuta ad assistere al discorso.
rnA questo punto viene fatto un uso sapiente delle anafore, con le quali viene rafforzata l’enfasi del discorso. «I have a dream» viene ripetuta otto volte per esaltare l’immagine un’America unificata nel nome dell’integrazione; ma a esser ripetute più e più volte vi sono anche «adesso è il momento» (con cui esorta gli Americani ad agire), «alcuni di voi sono venuti», «tornate», «potremo», «liberi finalmente», «che la libertà riecheggi», «non potremo mai essere soddisfatti»rnrn« Io ho un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per ciò che la loro persona contiene. Io ho un sogno oggi! » Martin Luther King